tratto da: http://www.ferrovieincalabria.it/index.php/nostro-blog/tutto-su-ferrovie-della-calabria-fdc/431-carri-ristrutturati-piazza-gioiosa-jonica
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Dopo alcuni mesi di lavori, finalmente un piccolo sogno si è realizzato: grazie all’impegno dei Comuni della Valle del Torbido, che hanno utilizzato alcuni fondi europei della scorsa programmazione POR-FESR 2007-2013, la ex Ferrovia FCL Gioiosa Marina – Mammola è degnamente ricordata con il ritorno di due carri chiusi tipo Fcm alla stazione di Gioiosa Jonica Superiore.
I rotabili, ceduti dalle Ferrovie della Calabria al comune di Gioiosa Jonica e precedentemente accantonati presso il deposito di Gioia Tauro, sono stati ristrutturati a fondo (con tanto di ripristino del meccanismo di scorrimento dei portelloni e della tiranteria dei freni) e posati su un tratto di binario a scartamento 950 mm. Tale binario, è stato installato all’interno di una bellissima piazzetta costruita a ridosso della ex stazione ferroviaria di Gioiosa Jonica Superiore, una delle poche che ancora conservano intatto lo stile FCL, risalente a quando venne chiusa la ferrovia: un vero e proprio tocco d’arte, è stata la riproduzione marmorea, sulla pavimentazione della piazzetta, di un biglietto edmonson che ricorda la tratta ferroviaria, aperta nel 1932 e purtroppo dismessa nel 1968.
Purtroppo la chiusura di questa tratta ha contribuito, seppur a distanza di decenni, al graduale abbandono delle Ferrovie Taurensi (che in ogni caso, anche autonomamente, potrebbero assorbire un enorme traffico pendolare), poichè non si è mai realizzato il collegamento ferroviario jonio-tirreno tra Gioiosa Marina e Gioia Tauro, esistito quindi solo tra Gioia Tauro e Cinquefrondi (tratta chiusa a giugno 2011) e tra Gioiosa Marina e Mammola. Fino agli anni ’60 esistevano addirittura dei servizi bus di FCL tra Mammola e Cinquefrondi, in coincidenza con i treni in entrambi i capilinea, che permettevano, seppur con trasbordo su gomma, di effettuare l’intero percorso tra le due coste…cosa mai esistita, probabilmente, nelle altre trasversali mai realizzate (Soverato – Vibo Valentia, Crotone – Cosenza etc).
Inutile piangere sul latte versato, nè illudersi di ricostruire ciò che esisteva ormai 50 anni fa: il modo migliore per ricordare le ferrovie che non ci sono più (beninteso, quelle dove sono stati rimossi i binari in epoche ormai lontane: dove gli stessi ancora esistono, l’unico modo per farle rivivere è far tornare i treni!) è proprio questo, cioè farle rivivere come memoria storica e riutilizzare sedime e fabbricati per usi diversi, con particolare attenzione alla conversione in green ways per la mobilità ciclopedonale.
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