Concorso Scuola Calabria, niente posti per i vincitori. I docenti: “Fuori le cattedre!”
FUORI LE CATTEDRE!
IL GRIDO DI MOLTI DOCENTI AL SUONO DELLA CAMPANELLA.
Prima settimana tutt’altro che tranquilla per il mondo della scuola calabrese, scosso da giorni, ormai, dalle forti polemiche in merito alle mancate assunzioni in ruolo previste dal Concorso Scuola 2016. Se per molti docenti mercoledì 14 ha segnato l’inizio di un nuovo anno scolastico davanti a una cattedra, per molti altri questa giornata è divenuta il simbolo dell’amara sconfitta e della delusione. Moltissimi vincitori del concorso a cattedra 2016, e non solo, si sono ritrovati nella giornata di mercoledì pomeriggio davanti al palazzo della Regione Calabria per un incontro con l’assessore regionale alla scuola e al lavoro Federica Roccisano. La delegazione di docenti, composta da quindici rappresentanti, è stata ricevuta dal dott. Varone e dalla dott.ssa Tallarico, rispettivamente dirigente generale del dipartimento per lo sviluppo economico, lavoro e formazione e dirigente generale del dipartimento cultura e istruzione della regione Calabria. Dopo aver portato le scuse dell’assessore Roccisano, assente per impegni improrogabili fuori regione, i dirigenti si sono mostrati sensibili alla causa dei docenti, ascoltando con attenzione le loro istanze e proponendo futuri riscontri.
A questo primo momento di incontri e riscontri, ne è seguito un altro giovedì 15 settembre, quando molti docenti hanno manifestato davanti alle sede dell’Ufficio Scolastico Regionale, cuore dell’amministrazione scolastica calabrese. Un’ulteriore delegazione è stata ricevuta dai dottori Buscè e Mirarchi, i quali hanno chiaramente sostenuto che i posti messi a concorso sono stati assegnati alla mobilità, ovvero a quanti hanno chiesto trasferimento e assegnazioni provvisorie per l’anno scolastico 2016/2017, per attenuare le proteste dei docenti fuori regione. La risposta, purtroppo, ha confermato un’ipotesi paventata da giorni dai vincitori del concorso, e ora tradotta in una triste verità. Com’è possibile assegnare ad altri docenti, che hanno a che fare con operazioni istituzionali relative ai precedenti anni scolastici, dei posti stabiliti e banditi per un concorso? Com’è possibile che il Miur cerchi sempre di tappare incredibili falle amministrative con così tanta leggerezza? Com’è possibile che quella dei docenti si sia tramutata da una delle professioni più importanti ad una continua guerra tra poveri? A queste domande, ovviamente, nessuna risposta, ma soltanto la certezza che nessun privilegio verrà adottato per questi nuovi docenti calabresi, vincitori di un concorso nazionale che, ad una settimana dall’inizio della scuola, si ritrovano ancora a casa o, nella migliore delle ipotesi, a supplire su spezzoni orari distanti anche chilometri dalla propria sede. Questo triste scenario, questo ulteriore scempio non fa altro che gettare caos in un’istituzione sempre più debole e in difficoltà in Italia come quella della scuola; non fa altro che creare un’ulteriore frattura tra nord e sud nonché a maturare la triste convinzione che credere nella propria terra, ormai, non serva più a nulla.
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