C’è una intera valle che non vuole una infrastruttura costosissima e inutile come la Tav, eppure la vogliono costruire lo stesso e per farlo usano i manganelli, gli arresti, la repressione.
C’è una costa che vorrebbe che si spendessero pochissimi soldi (in proporzione) per rifare un ponticello crollato sulla statale 106 e tutti se ne fottono.
Ecco l’immagine dell’Italia di oggi, a Roma e Bruxelles sanno cosa è giusto e cosa è bene per noi. Il parere delle comunità locali, di chi vive i territori, invece conta un cazzo.
Negli ultimi giorni le code che affliggono Caulonia a causa del crollo del Ponte sull’Allaro sono cresciute, com’era facilmente prevedibile.
Il Sindaco di Caulonia ha annunciato l’inizio dei lavori per settembre e probabilmente subito dopo averlo affermato si sarà morso la lingua. Ci auguriamo che abbia ragione ma non ci risulta. Speriamo di sbagliare.
Ma se non sbagliamo non ci sarà alternativa ad una fortissima mobilitazione, che dovrà coinvolgere anche quell’assemblea oscena dei sindaci della Locride incapace di operare per il bene del territorio che pretende di rappresentare.
Servirà l’impegno di tutti i cittadini e di tutte le forze politiche che dovranno essere chiamate alla mobilitazione. Perchè la nostra passività si traduce nella passività delle Istituzioni che quando non ascoltano devono essere costrette ad ascoltare.
L’articolo 1 della Costituzione recita “La sovranità appartiene al popolo”, non a quattro burocrati dei ministeri nè a quelli che stanno in Parlamento senza essere stati eletti ma solo nominati dai partiti.
C’è sempre un tempo per la diplomazia e la mediazione. Ma quando trascorre inutilmente resta solo il tempo per la lotta.