Gioiosa Jonica: domani Convegno “San Rocco, mito e dolcezza”
Giovedì 25 agosto, alle ore 19,00, nell’androne del Palazzo “Amaduri” il Club per l’UNESCO di Gioiosa Jonica con il Patrocinio dell’Amministrazione Comunale di Gioiosa Jonica e con la gradita presenza di S. E. Mons. Francesco Oliva Vescovo della Diocesi di Locri – Gerace sarà presentato il Convegno Pubblico “SAN ROCCO MITO E DOLCEZZA” rivolto al Santo Protettore della Città.
Relatore dell’iniziativa sarà l’esperto Antropologo Dott. Francesco Porcaro, che approfondirà il tema sulla vita di San Rocco riferita ai segni che lo caratterizzano attraverso conoscenze storiche.
Al termine sarà distribuito il “pane benedetto di San Rocco”, offerto amorevolmente dalla Signora Rosita Schirripa a tutti i presenti e per l’occasione benedetto dal Vescovo S. E. Mons. Francesco Oliva.
L’evento sarà intervallato da deliziosi interventi canori della Soprano Eleonora Pisano.
Brevi cenni storici riguardanti la vita del miracoloso Santo.
Gioiosa Jonica con “bolla ponteficia” datata 28 marzo 1775 ha come suo Santo Patrono e Protettore il glorioso San Rocco di Montpellier, “subentrato” a Santa Caterina d’Alessandria fino allora “Patrona” di Gioiosa Jonica “Mocta-Gioiosa”.
Luminosa figura di santo laico, in quest’anno che la Chiesa celebra il Giubileo della Misericordia, egli, vestendo gli abiti e l’aspetto di un pellegrino, invita noi tutti a volgere lo sguardo verso la realtà che ci circonda.
E’ un pellegrino per eccellenza, San Rocco, il Santo di tutti, grandi e piccoli, ricchi e poveri: ogni particolare, osservando la statua barocca che lo rappresenta, ce ne dà chiaro segnale.
Il mantello che lo ricopre è il simbolo della protezione divina nel pellegrinaggio verso il Signore.
La conchiglia che reca sul petto ricorda il cammino di Santiago de Compostela ed è il simbolo della perseveranza della fede.
Il bastone è il simbolo del pellegrinaggio della vita, del cammino verso l’Eterno.
La borraccia che custodiva l’acqua per lenire la sete durante il viaggio ci rammenta la sete di Dio che c’è in ogni uomo.
La piaga sulla gamba sinistra reca memoria del morbo della peste che San Rocco contrasse nei pressi di Piacenza e rappresenta la carità cristiana che egli usò verso gli ammalati.
Il cane fu per San Rocco segno della Divina Provvidenza che venne in suo soccorso in condizioni di estremo bisogno. E’ il simbolo della sua fedeltà alla chiamata di Dio.
Il pane, infine, simbolo dell’Eucaristia sostegno del cammino della vita, ci riporta a uno dei tanti episodi legati alla vita del Santo.
Si dice che Rocco, durante il suo lungo pellegrinaggio in Italia, lasciata la città di Forlì, percorrendo la Via Francigena, giunse a Piacenza dove, a contatto con malati e sofferenze, contrasse la peste. Con il cuore gonfio di misericordia, per non contagiare altre persone, lasciò l’ospedale di Nostra Signora di Betlemme e, spossato e febbricitante, si rifugiò in una grotta nei pressi della città. Solo, senza mangiare né bere e senza conforto alcuno.
Fu scoperto dal cane del nobile Gottardo Pollastrelli, signore del vicino castello di Sarmato e la docile bestiola gli divenne subito amica, al punto di portargli ogni giorno un pane da esso sottratto, nel momento più propizio, alla mensa del ricco padrone.
La scena si ripetè per più giorni e, allora, il padrone, incuriosito, lo seguì e scoprì così il rifugio dell’ammalato.
La santità di Rocco fu contagiosa come la peste: Gottardo rinunciò ai suoi beni e divenne il primo discepolo del Santo.
Musica, canti, preghiere accorate, invocazioni, un fiume di gente che balla senza sosta, invoca, prega e si muove al ritmo dei tamburi (molti dei quali invocando una “grazia” per un parente ammalato o per ringraziarlo per una ricevuta). Una danza rituale che ripete il ballo con il quale le madri calmano il pianto dei bimbi tenuti in braccio o anche il ballo di gioia di un padre che, due secoli fa, quando San Rocco giunse a Gioiosa da Napoli a bordo del veliero San Luigi, ottenne da lui il primo miracolo attraverso la guarigione del suo bambino.
Nicodemo Vitetta
Presidente Club per l’UNESCO di Gioiosa Jonica