Solidarietà PCI calabrese all’ex ministro greco Panagiotis Lafazanis
Il Partito Comunista Italiano della Calabria esprime totale vicinanza e piena solidarietà al compagno Panagiotis Lafazanis, ex ministro greco e leader di Unita’ Popolare, vittima di grave attacco proditorio e ingiustificato da parte del Presidente del gruppo Contship Italia e amministratore delegato di MCT, Cecilia Eckelmann Battistello.
L’esposto presentato da MCT contro Lafazanis alla Procura della Repubblica di Palmi, di cui abbiamo avuto notizia solo grazie all’attento lavoro del bravo giornalista Domenico Latino, rappresenta un attentato inaudito alle liberta’ di parola e di pensiero che sono tra i principi fondamentali garantiti dalla Costituzione della Repubblica Italiana.
Evidentemente, i tedeschi che gestiscono il porto di Gioia Tauro ritengono che questa infrastruttura strategica per lo sviluppo della Calabria e del paese sia diventata ormai cosa loro e possono farne l’uso che più gli aggrada a loro piacimento e su di esso possono disporre secondo gli esclusivi interessi di profitto aziendali mantenendo in piedi un perenne ricatto contro il lavoro e contro i lavoratori.
Proprio questa concezione esclusiva e proprietaria emersa anche in questa vicenda grottesca rappresenta il vero grande problema irrisolto che fa di Gioia Tauro una grande questione nazionale ed europea.
Come PCI, consideriamo l’azione provocatoria intentata contro Panagiotis Lafazanis che ha come sola colpa quella di avere visitato, come fanno in tanti, il porto di Gioia Tauro, come la classica goccia che ha fatto traboccare il vaso, rivelando il grave nervosismo tedesco nei confronti di un’ iniziativa politica che per la prima volta nella storia non si presenta ai cancelli con il cappello in mano.
In tal senso, ribadiamo la necessita’, che alla luce di quanto sta avvenendo assume un carattere sempre più urgente, che si ponga all’ordine del giorno il tema della Nazionalizzazione del porto di Gioia Tauro, lanciata a suo tempo dal sindaco di Gioia Tauro Giuseppe Peda’.
Dopo circa 20 anni di gestione tedesca del porto risulta del tutto evidente che le mirabolanti promesse che la tedesca Eurokai e gli Eckelmann avevano fatto all’inizio della loro gestione (ricordiamo tutti la promessa di 20.000 posti di lavoro in 10 anni), si sono rivelate totalmente menzognere, mentre invece assistiamo concretamente all’affossamento di qualsiasi prospettiva per il futuro del porto con un’ulteriore drastica riduzione dei posti di lavori (442 lavoratori in CIGS).
Per volonta’ di Eurokai, Gioia Tauro e’ ormai definitivamente relegato ad un ruolo ancillare e subalterno agli interessi amburghesi e tedeschi e con questa gestione e’ destinato a diventare sempre più marginale.
Nazionalizzare il porto di Gioia Tauro significa ripristinare la sovranità nazionale su una parte del proprio territorio, elaborare e realizzare strategie di sviluppo autonome e indipendenti da altri interessi, rilanciare il porto in tutte le sue possibili componenti di sviluppo e garantire la difesa e la crescita dei posti di lavoro, rompere il blocco monopolista che ha asservito il porto ad interessi extra nazionali.
Per quanto riguarda MCT, socia di MSC, invece di assumere iniziative prive di qualsiasi fondamento, pensiamo che dovrebbe cominciare a rispondere alle sollecitazioni che, non più tardi di qualche giorno fa a margine dell’inchiesta che ha portato alla scoperta di 83 kg di cocaina pura nel porto di Gioia Tauro, ha inteso pronunciare il Procuratore della Repubblica di Reggio Calabria dott. Federico Cafiero De Raho quando ha detto “credo che la MSC debba fornire qualche spiegazione sui motivi dell’imbarco di un capitano marittimo già in pensione al comando della nave Po Lin”.
Michelangelo Tripodi (responsabile politiche del Mezzogiorno del PCI)