Io, migrante, non vi devo spiegazioni
Ci vogliono far credere che viaggiare sia una colpa.
Se lascio il luogo dove sono nato e vissuto, lo faccio per uno strano capriccio. Devo fornire spiegazioni e devono essere spiegazioni convincenti.
Il mio viaggio deve essere accettato, senza una ragione contiene in sé il peccato. A meno che non sia un viaggio turistico, quelle esente da obblighi.
La colpa del mio viaggio può essere cancellata con una certificazione di sofferenza.
Devo dimostrare di essere stato male nel luogo in cui vivevo, devo assicurare che era questione di vita e di morte a non concedere alternativa alla fuga.
Se sono il padre di una bambina morta per mancanza di medicine durante il viaggio su un barcone, devo difendermi dalla morte di mia figlia. Spiegando che i marinai erano delle bestie e nel mio Paese piovono bombe e non passa giorno senza un attentato.
Ma io, migrante e figlio di migranti, non vi devo alcuna spiegazione, non ho nulla di cui dovermi giustificare con voi.
Il viaggio non contiene una colpa, contiene un sacrificio e una sofferenza. Per quanto possa essere brutto il posto in cui ho visto la luce, resta il posto in cui ho visto la luce. Il luogo in cui ho conosciuto la vita, i genitori, gli affetti e anche le gioie, non solo le lacrime e il bisogno di andarmene.
Se me ne privo, lo faccio con dolore e per alimentare il mio diritto alla felicità. La speranza non potete levarmela, non ne avrete mai il diritto.
È solo per un calcolo di probabilità che voi siete nati dove io voglio arrivare. Ma la terra non vi appartiene, ci siete capitati per caso. Non appartiene più a voi di quanto possa appartenere a me.
Avete avuto solo un gran culo. Io la vostra fortuna me la devo sudare e magari ci muoio pure
E voi vorreste spiegazioni e certificazioni di sofferenza?
Fonte: http://www.sardegnablogger.it/io-migrante-non-vi-devo-spiegazioni/