ReCoSol, punto di riferimento per le tesi di laurea
Daniela Ristic, 29enne, è una studentessa iscritta all’Ecole des Hautes Etudes en Sciences Sociales, la Facoltà di sociologia di Parigi. Nata e vissuta in Svizzera da genitori calabresi, Daniela vive ora a Parigi, città della quale si è innamorata durante il suo erasmus. Daniela svolge al momento una tesi di laurea sull’accoglienza e ha deciso di fare ritorno in Calabria, dopo ben 11 anni, per potersi documentare sul campo. Lo scorso anno ha condotto una ricerca in collaborazione con l’Associazione Chimade di Parigi, la quale si occupa di richieste legali e accompagnamento giuridico dei rifugiati. Proprio durante tale ricerca, ha spesso sentito parlare del progetto di accoglienza di Riace e dei progetti ad esso vicini. Durante la sua ricerca, Daniela ha approfondito il funzionamento dei CIE e i diritti umani negati all’interno di essi.
Durante le interviste svolte in questi giorni con gli operatori dello Sprar di Gioiosa Jonica, Daniela ha potuto toccare con mano il significato di accoglienza. Dai tornei di calcio al corso di italiano, dai laboratori pratico-manuali agli incontri con le scuole, Daniela ha avuto modo di comprendere il funzionamento dello Sprar.
A Parigi ha vissuto in prima persona gli attentati del 13 novembre 2015. Quella sera, si trovava poco più distante del Bataclan. Siamo noi quindi a chiedere qual è il clima percepito in Francia, soprattutto dopo gli attentati. “E’ innegabile che in Francia ci sia uno schermo istituzionale. La burocrazia pone una forte distanza tra operatori e utenti. Dopo gli attentati, per strada si assiste spesso ad aggressioni islamofobiche. I poliziotti fermano continuamente magrebini e uomini di colore. Il clima non è dei migliori. Mentre qui in Calabria, si percepisce a pelle un rapporto familiare tra operatori e migranti. C’è una forte prossimità con gli ospiti e gli operatori sono fortemente motivati a svolgere questo lavoro. E’ un’iniziativa che in Calabria sta funzionando, nonostante i due grandi contesti contraddittori del campo di Rosarno e del CARA di Crotone”. Daniela ha trascorso due intere giornate presso i locali ReCoSol per assistere in prima persona al lavoro degli operatori, partecipando ai colloqui conoscitivi e sfruttando la sua linguamadre: il francese. Al momento, oltre ad essere laureanda in Sociologia, è impegnata con un’associazione culturale a Parigi all’interno della quale vengono spesso organizzati momenti di condivisione e confronto con giovani migranti. Dopo la laurea, a Daniela piacerebbe intraprendere un dottorato sulle migrazioni, ma si ritiene “lontana dal campo”. La Calabria è sicuramente un luogo ricco sul quale approfondire i temi dell’accoglienza. Per adesso, Daniela si concentrerà sulla sua tesi di laurea; in seguito, deciderà come investire i suoi studi sociologici. Noi, non possiamo che augurarle un futuro ricco di soddisfazioni.