Piccola riflessione sul Giudice di Pace e l’Unione dei Comuni
Con un Decreto del Ministro della Giustizia pubblicato il 27 Maggio scorso, sono stati ripristinati alcuni Uffici del Giudice di Pace precedentemente soppressi.
Per la provincia di Reggio Calabria e per la Locride, l’unico ufficio ad essere salvo è quello di Siderno: definitivamente scomparsi quelli di Caulonia e di Gioiosa Jonica.
Ci siano concesse alcune rapidi considerazioni generali, soprattutto sul Giudice di Pace di Gioiosa.
Nonostante qualche dichiarazione e qualche impegno di rito (anche in sede di Consiglio dell’Unione dei Comuni della Valle del Torbido), non vi è mai stata la piena volontà di mantenere questo importante servizio. Al punto che, in questa direzione, una vera e propria istanza non è mai stata presentata.
La ragione fondamentale – per certi versi, pienamente fondata e legittima – è stata di natura economica ed organizzativa insieme: troppo alti i costi di mantenimento previsti, troppo complicata la fornitura di personale con le qualifiche necessarie. Non casualmente, anche fra i comuni che avevano manifestato ufficialmente la disponibilità a farsi carico del mantenimento del servizio, molti hanno formulato successivamente istanza di revoca oppure non hanno superato le prime fasi di valutazione su risorse e manodopera da impiegare.
Ma vi è stata, e ci interessa interrogarci in merito, anche una mancanza di impegno e di disponibilità di tipo politico: contrariamente a Siderno che ha fortemente voluto mantenere il Giudice di Pace, Gioiosa e l’Unione dei Comuni non hanno inteso investire – politicamente prima ancora che economicamente – in questa direzione. Troppe le resistenze preventive opposte, senza un vero ragionamento dell’Unione tout court (la sola Gioiosa Jonica, evidentemente, non avrebbe mai potuto farcela). Né vi è stata un’autentica sollecitazione di tipo popolare, una vera e salutare pressione dal basso, quasi non interessasse affatto il poter godere nel proprio territorio di questo importante servizio di amministrazione della giustizia.
Si torna ad una domanda di fondo che questo giornale ha più volte formulato: l’Unione dei Comuni della Valle del Torbido vuole realmente essere un soggetto politico in grado di far pesare la propria consistenza demografica ed economica? E’ in grado di investire su scelte e decisioni politiche che competono all’Unione in quanto tale, coinvolgendo democraticamente la popolazione delle nostre comunità? Oppure l’Unione dovrà essere minimale nei suoi obiettivi e nel suo funzionamento, limitandosi ad essere un consorzio intercomunale di gestione amministrativa?