Unioni civili: un punto di partenza
Unioni civili: un punto di partenza
«Dopo più di due anni, dopo stralci, modifiche, polemiche di ogni genere e livello, anche in Italia sono state introdotte le unioni civili. E anche se questo colma in parte la distanza con altri Paesi, non solo europei, per noi più che un punto di arrivo questa legge va considerata un punto di partenza. Speriamo infatti che si seguirà il percorso di altri Stati che sono poi arrivati al matrimonio egualitario, che si introduca anche per le coppie omosessuali quanto meno la stepchild adoption e che in generale possano finalmente essere riconosciuti anche i diritti delle famiglie arcobaleno. Basta guardare al nuovo regime di convivenza di fatto, senza distinzione alcuna in base al sesso dei componenti la coppia: per noi è e resta quella la strada da percorrere».
Commenta così la portavoce dell’Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti (Uaar), Adele Orioli, il via libera definitiva dell’Aula della Camera al ddl Cirinnà così come modificato in Senato.
«Il riconoscimento di un diritto, anziché minare quelli preesistenti, rafforza i diritti di tutti. La sistematica ingerenza clericale, da ieri particolarmente rabbiosa, punta invece a demolire l’uguaglianza ancora peraltro non del tutto raggiunta e a farci restare paurosamente indietro rispetto al cosiddetto mondo civile».
L’Uaar, che su questa e altre urgenze “laiche” (come il riconoscimento delle direttive anticipate di fine vita e la piena applicazione della legge 194) ha lanciato diverse campagne, continuerà a battersi perché questa legge sia solo una tappa verso un Paese che riconosce e tutela i diritti di tutte le famiglie.
Ufficio Stampa Uaar