Prima il Vangelo, poi la Costituzione: un Sindaco fuori legge
Giuseppe Barilaro è un giovane sindaco di Acquaro, un comune di 3 mila abitanti in provincia di Vibo Valentia.
Ha la mia stessa età e probabilmente la mia stessa passione politica: anche per questo, provo autentica paura a sentire le sue parole, quasi un’emulazione di quell’Alfio Marchini candidato sindaco di Roma improvvisamente “svendutosi” ad un’alleanza con la destra post-fascista e omofoba.
“Ritengo il giuramento sul Vangelo molto più qualificato dal punto di vista morale di quello sulla Costituzione”. “Io maschi con maschi e femmine con femmine qui non ne sposerò”. “Bene ha fatto la Lega a proporre questo tipo di incitamento ai sindaci”.
Barilaro insulta la Costituzione, la laicità delle istituzioni, il rispetto delle leggi democratiche. La sua è una posizione assolutamente volgare, sul piano politico-culturale e in punto di diritto.
Se fai il sindaco della tua comunità, sei un rappresentante dello Stato e dell’ordinamento repubblicano: nessuna convinzione religiosa o filosofica può sovrastare la legalità costituzionale. La teocrazia, per quanto ci riguarda, l’abbiamo già ripudiata tanto tempo fa.
Viva le unioni civili. Viva la laicità e lo spirito libertario. Vista la Costituzione della Repubblica Italiana.