Caulonia: Siamo figli di un dio minore

Caulonia: Siamo figli di un dio minore

condotta fognaria Allaro

Condotta divelta

Esattamente il 12 u.s., sulla pagina di Ciavula compariva una denuncia dei copernicani, quelli della rivoluzione eliocentrica fallita, in relazione alla rottura della condotta che trasporta i liquami fognari di Foca, Aguglia e Stignano al depuratore di Roccella. Il “tubo” attraversava letteralmente le acque dell’Allaro, all’altezza del ponte sulla statale 106, e l’ultima piena l’ha divelto unitamente ad un pilone dello stesso ponte. I liquami versati nel corso della fiumara da mesi e giorni raggiungono il mare, ovviamente, inquinandolo.

La denuncia dei copernicani ha un uso legittimamente politico, giunge tardi e a danno avvenuto ma è reale. La Redazione di Ciavula, ha sollevato lo stesso problema, unitamente all’ostruzione vegetativa della fiumara nello stesso punto, in via preventiva e in tempi non sospetti.

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condotta prima della piena

La coincidenza, sovrana degli avvenimenti, ha voluto costruire il paradosso. Nello stesso frangente temporale i giornali annunciavano la riconferma della bandiera blu a Roccella Ionica, basata sulla salubrità delle acque e su altri requisiti. Sappiamo tutti che non esistono tanti mari, quello di Stignano accanto a quello di Caulonia e quello di Caulonia accanto a quello di Roccella (tre mari in 5-6 km), il mare è lo Ionio, unico e indivisibile. Una fonte inquinante può essere trasportata dalle correnti per decine e decine di chilometri, specie se è continua e duratura come nel nostro caso. Epperò Roccella si può fregiare della bandiera blu e Caulonia, sapendo di avere gli scheletri nell’armadio, non l’ha neanche richiesta. Questo è l’abisso che ci separa.

Personalmente, da cittadino comune, fin dall’inizio avevo sottoposto ad alcuni amministratori la necessità di caratterizzare questa fase, che il prossimo anno si conclude, con un obiettivo tangibile (riconoscibile come la bandiera blu) legato seriamente alla programmazione ed alla pratica di buone politiche ambientali su cui siamo vicini all’anno zero. Si parla di un fantomatico “progetto paese”, di una fuga in avanti per nascondere quello che c’è dietro. E dietro c’è una triste realtà fatta di scarichi fognari a cielo aperto (vedi a mo’ d’esempio Ursini e San Nicola pericolosamente adiacenti all’Allaro), di acque reflue urbane non collettate nella rete fognaria, di mancata raccolta differenziata, di pompe di sollevamento e di tubi che si rompono troppo spesso con versamento a mare, ecc. Chi ha avuto, bontà sua, la pazienza di ascoltarmi mi ha risposto che le mie idee erano troppo radicali, irrealizzabili perché eccessivamente costose. In queste parole ho letto quella rinuncia che ci fa figli di un dio minore.

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