“Le abbiamo sfondato la vagina”. E giù a ridere. Orrore e vergogna all’ospedale di Reggio
fonte: www.net1news.org
Non c’è limite all’orrore nella vicenda relativa al reparto di ginecologia degli ospedali riuniti di Reggio Calabria, sconvolto da una inchiesta giudiziaria, la quale ha portato all’arresto di alcuni medici, medici dei reparti di Ginecologia e Ostetricia, che si coprivano nei loro talvolta marchiani errori, falsificando cartelle cliniche e che, stando alle intercettazioni, spesso e volentieri accompagnavano le proprie conversazioni sulle tragedie occorse nel 2010 a risate.
Tripodi riuscirà a non perdere il sorriso sulle labbra anche quando a morire sarà un bimbo. In una conversazione dice alla moglie che era morto un bambino, durante un parto eseguito dal primario, il dott. Pasquale Vadalà e dalla dott.sa Daniela Manuzio; aggiungeva di aver lasciato l’ospedale con la scusa di un appuntamento e di aver spento il cellulare, per evitare che il dott. Vadalà lo facesse rientrare in reparto (TRIPODI: “ehi… eh niente, gli è morto un bambino quà… A VADALÀ E ALLA MANUZIO …omissis… ho chiuso il cellulare apposta, cretina, perché sennò mi chiamava in continuazione Vadalà eh…omissis.. e infatti me ne sono andato subito (ma fuia subutu) (n.d.r. ride)…”).
Estremamente significativa appare una conversazione in cu il dott. Tripodi ripercorreva – dimostrando di possedere ampia conoscenza del caso clinico in questione – le fasi che avevano portato all’aggravamento di una paziente e la scarsa trasparenza del primario Pasquale Vadalà nei confronti della stessa in relazione alle sue reali condizioni di salute (TRIPODI A. :”””…omissis…hanno operato a una, una certa [Omissis], Vadalà e Pennisi…omissis…allora, nella sostanza, questa qua ha dolori, insomma le hanno preso l’uretere di sinistra e c’è un idronefrosi a sinistra…omissis… l’hanno operata un mese fa circa…omissis…e ha un idronefrosi di secondo grado a sinistra, logicamente, questa qua ha dolori no? …omissis… e gli hanno impapucchiato alla signora che ha un infezione, che ha questo che ha quest’altro…”””) (TRIPODI M.: “””…omissis…e le hanno preso l’uretere (ride) …omissis…lui mi ha detto una volta: “nella colpisterectomia, l’uretere non si può prendere mai”… (ridono), “questo è il bello”, mi disse, “mai al mondo si può prendere”… e infatti l’hanno presa!!! (ridono) …omissis…”””). Nel corso del racconto i due sanitari ridevano della situazione, noncuranti della gravità della condotta tenuta nei confronti della donna operata e dei familiari.
Risate continue di Tripodi anche con un’altra collega, Francesca Stiriti:
TRIPODI: ma, si sono messi l’altro giorno a fare un’isterectomia
STIRITI: come come?
TRIPODI: si sono messi l’altro giorno a fare un’isterectomia per via vaginale, per un carcinoma dell’endometrio
STIRITI: eh
TRIPODI: e gli è rimasto l’utero nelle mani (ride)
STIRITI: gli è restato l’utero nelle mani?
TRIPODI: Allora! stava morendo la paziente, scioccata
Colpisce ancora una volta la circostanza che i conversanti si mostravano alquanto insensibili e superficiali, ridendo scherzosamente del tragico evento occorso a un’altra paziente. Infine, ad appesantire ulteriormente il quadro di inadeguatezza professionale concorre la frase, di assoluta eloquenza, pronunciata dalla dott.sa Stiriti: “Mamma che scempio! che scempio! povero a chi ci capita, mannaia la buttana ah?”.
Atteggiamenti agghiaccianti che lo stesso Gip Antonino Laganà sottolinea: “Si ride letteralmente (stando sempre alle riportate risultanze in atto della parte investigativa) degli altrui errori medici forieri di devastanti conseguenze per le pazienti ignare vittime di tale situazione con ciò (anche) delegittimando e di fatto sfiduciando totalmente il singolo medico “preso di mira” in nulla –e questo ciò che rileva ai presenti fini- rilevando la drammaticità della situazione medica occorsa”.