IL GIORNALISTA PANTANO ACCUSATO DI RICETTAZIONE: UNA PETIZIONE PER CHIEDERE IL RITIRO DELL’ACCUSA
Nel 2011 il Gip del Tribunale ha stabilito che il giornalista Agostino Pantano aveva «il diritto» di scrivere la sua inchiesta sullo scioglimento per mafia del consiglio comunale di Taurianova, «sussistendone i presupposti dell’interesse pubblico».
Il processo per Ricettazione che dal 2015 il cronista sta subendo, invece, appare un accanimento assurdo: gli stessi articoli sono sottoposti a giudizio per la seconda volta, dopo una prima archiviazione chiesta e ottenuta dalla Procura. Il giornalista patisce un bavaglio tra i più violenti: il nuovo reato imputatogli prevede una condanna fino a 8 anni di carcere.
La Corte europea di giustizia ha censurato l’Italia per le pene detentive contro l’esercizio della professione giornalistica. È stato accertato, inoltre, che l’imputato non ha rivelato un “segreto istruttorio”, non ha ostacolato la giustizia, e, al contrario, con la sua inchiesta mai smentita ha fornito notizie indispensabili per alimentare la coscienza collettiva contro le mafie, obiettivo che nessun documento prefettizio presuntamente secretato – come la Relazione della Commissione d’Accesso agli Atti – può impedire.
Appare del tutto incomprensibile, infine, un’imputazione che è tipica dei reati contro il patrimonio, posto che l’atto che Pantano avrebbe ricevuto da un “ladro” e poi ricettato, per «trarne un profitto», non è stato mai cercato e il giornalista non è stato mai interrogato sul fatto addebitatogli.
I sottoscrittori di questo appello, considerato che la giustizia italiana non può rischiare nuove censure dagli organismi europei e che non è ammissibile processare un giornalista già indicato dal Giudice come titolare di una prerogativa pubblica, fanno voti, affinché la Procura di Palmi ritiri l’accusa contro il giornalista Pantano riaffermando il diritto già riconosciutogli dal Tribunale. Questo il link per sottoscrivere la petizione (QUI).