IL BOWLING DELLA ‘NDRANGHETA DIVENTA SIMBOLO DI RISCATTO SOCIALE
di Roberto Galullo, Fonte: http://mobile.ilsole24ore.com
«Sono spuntati a uno a uno, hanno invaso le piazze della città di Reggio Calabria, hanno incuriosito i passanti che non hanno perso l’occasione di scattarsi una foto. Sono i birilli di Stràich, un guerrilla marketing senza armi, solo cartone!». E’ questa la didascalia che sulla pagina Facebook dell’Arci Reggio Calabria l’11 aprile accompagnava 27 fotografie dei birilli in giro per la città e 18 foto della loro fase di lavorazione.
Un messaggio efficace, anche visivamente, che ha spianato la strada alla presentazione di un progetto di rinascita possibile all’interno del bowling che apparteneva al cosiddetto re dei videopoker, quel Gioacchino Campolo al quale lo Stato il 22 maggio 2015 ha confiscato beni per circa 330 milioni. Euro più euro meno.
Tra quei beni anche la struttura che il Comune di Reggio Calabria ha affidato ad Arci, alla quale nel luglio 2015 sono state affidate le chiavi. E’ li che cominciò l’opera di “bonifica”, pulizia e ristrutturazione grazie all’aiuto dei ragazzi che parteciparono al campo estivo di lavoro antimafia organizzato con Libera.
In questo mese di aprile, all’interno del Progetto “Reggio perBene” realizzato promosso dall’Arci provinciale di Reggio Calabria in collaborazione con la Camera di Commercioe l’Istituto tecnico Panella Vallauri, nell’ambito delle iniziative della “Rete per la legalità” lanciata dall’ente camerale, gli alunni della scuola sono messi all’opera per fare “stràich!”. La classe di meccanica e meccatronica si è occupata dello smontaggio dei videogiochi all’interno del bowling, quella di grafica e comunicazione della realizzazione di spot e campagne pubblicitarie sul bene confiscato.
Non è ancora forse del tutto chiaro quale sarà l’utilizzo del bene che si trova nel centro di Reggio Calabria – con ogni probabilità sarà un centro polivalente a disposizione dei giovani e di chi avrà voglia di fare – ma quel che conta è che il simbolo (uno tra i tanti) del potere (uno tra i tanti) che ha devastato la città, diventi il seme di una speranza e di una possibile riscossa.
Campolo, re dei videopoker, non amava solo fare quattrini ma anche l’arte. Nel 2009 gli furono sequestrati quadri di Salvador Dalì, Renato Guttuso e Giorgio De Chirico, Migneco, Cascella e Ligabue. Dopo essere stati conservati per tre anni nel caveau della Banca d’Italia, a maggio 2013 furono esposti in una mostra a Reggio Calabria.
La città e la provincia rivivranno quella esperienza espositiva. Da De Chirico a Dalì, da Sironi a Carrà, passando per Fontana e Ligabue, accanto a numerosi artisti databili tra il 1600 e il 1700, per un totale di 125 quadri preziosi, il cui valore è ancora più grande perché tutti confiscati alla criminalità organizzata: i “gioielli” della mafia confluiranno nel nuovo Palazzo della Cultura di Reggio Calabria, un vero e proprio strumento per “combattere” la malavita direttamente sul campo che aprirà le porte il 7 maggio offrendo ai visitatori una mostra permanente con tele di incomparabile pregio. Unendo la cultura della legalità all’arma della bellezza, il Palazzo ospiterà in uno spazio di ben 4000 mq anche la collezione San Paolo, una ricchissima esposizione di icone russe e quadri, datati tra Cinque e Settecento, comprendente anche il famoso San Giorgio, “copia” attribuita ad Antonello da Messina, e anche una biblioteca con libri rari del ‘700 e dell’800 donati dalla Biblioteca Calaco. Questo nuovo polo d’arte, aperto a tutti gli artisti calabresi di ogni età e in cui verranno organizzate visite destinate agli studenti, si inserisce in un progetto più ampio promosso dalla provincia di Reggio Calabria: dal 25 aprile al 25 maggio, infatti, nella città e in tutta la provincia si svolgeranno gli Stati generali della cultura.