Da Prisdarello il messaggio del Vescovo Oliva
CREARE COMUNITA’ PER OPPORSI ALLA CRIMINALITA’
LA PRESENZA DEL VESCOVO A PRISDARELLO
Ore 17, la comunità di Prisdarello gremita dentro la sua chiesa ad aspettare Sua Eccellenza Mons. Francesco Oliva. Una presenza importante per la comunità intera, protagonista dell’assalto mediatico nelle ultime settimane. Tanto si è detto da parte dell’opinione pubblica in questi giorni, poco o nulla dal mondo della politica e, in questo tumulto di idee e considerazioni, a completare il quadro sono le considerazioni della guida pastorale della Diocesi. Fondamentale la sua presenza e il suo intervento, oggi a Prisdarello, per chiarire tante domande e far luce sul ruolo che la chiesa ricopre quando si affrontano tematiche delicate come quella della possibile commistione tra religione e criminalità.
Il cristiano è colui che ascolta e segue Gesù Cristo: con questa frase apre la sua omelia. Il cristiano è colui che assiste al mondo che cambia ed è colui che trasforma sé stesso e il rapporto con gli altri. Il cristiano fa della sua fede non un oggetto di ritualità ma strumento di cambiamento, azione e amore. Il cristiano è colui che si sofferma sulla verità e non sulla superficie.
Dopo aver reso onore alla memoria di Mons. Vincenzo Nadile, grande educatore e storico del nostro tempo, il vescovo continua precisando il valore che deve rivestire la costruzione di una chiesa all’interno della comunità, quale essere un “ospedale da campo” che accoglie e aiuta gli ammalati e gli abbandonati. Essa è, inoltre, una rete lanciata nel mare che raccoglie i pesci buoni e quelli cattivi affinché non si perda nemmeno uno dei figli di Dio. Ciononostante, continua Sua Eccellenza, bisogna stare attenti e fare chiarezza: la chiesa non nasce dal denaro sporco e, di conseguenza, non lo accetta; essa non condanna ma redime, offre l’acqua per spegnere l’incendio che divampa.
Il vescovo ha poi proseguito sottolineando come la comunità di Prisdarello sia stata maltrattata dal punto di vista mediatico e dall’arroganza di chi, con metodi prepotenti, si è introdotta con secondi fini offendendo la spiritualità. Come reagire di fronte a questo? C’è una sola soluzione, sostiene Mons. Oliva, ed è quella di boicottare programmi che creano scandalo a favore della giusta e sana informazione.
Il male esiste, anche nella nostra terra –sostiene il vescovo mentre si avvia alla conclusione- ma per sconfiggerlo è necessario che il bene faccia maggior rumore. Da qui l’invito a spendere le proprie energie contro ogni forma di arroganza e criminalità, assumendo un atteggiamento vigile e ponendosi con sguardo critico verso la realtà.
La chiesa, questa umile chiesa –conclude- è stata costruita con il lavoro di tutti ed è da questo che bisogna partire per lottare contro la criminalità, l’usura, la droga, la disoccupazione, spendendo il proprio servizio e il proprio tempo per creare forme di comunità.