Al referendum è evidente la vittoria di Renzi

Sono andato a votare ed ho votato si. Ho considerato il merito del quesito referendario, anche se obiettivamente limitativo, e, soprattutto, ho ritenuto importante la necessità di far emergere dalle urne un implicito, chiaro e forte messaggio popolare in direzione delle energie alternative e rinnovabili.

Stando alle dichiarazioni degli esponenti politici d’opposizione, il referendum è stato snaturato trasformandolo in un plebiscito contro Renzi. E’ stato detto chiaramente che si doveva andare a votare per mandarlo a casa. Ed hanno scelto un terreno di scontro suicida per almeno due questioni.

Innanzitutto non hanno tenuto conto che Renzi è anche segretario del Pd e che, dunque, questo partito, escluse alcune frange, veniva impegnato nel non voto,

In secondo luogo, di importanza decisiva, Renzi ha usato, appropriandosi opportunisticamente, lo zoccolo duro di circa il 40% che abitualmente non va a votare (esattamente il 43% nel referendum del 2011). Dunque, Renzi è partito da una soglia già alta mentre tutti gli altri da zero.

Se si guarda al dato dei votanti pari al 31% viene da chiedersi dove sono andati i grillini, i leghisti, quelli di forza Italia e delle altre formazioni minori di destra, centro e di sinistra? Stando allo schieramento ed alla somma del peso elettorale di ognuno si sarebbe dovuto raggiungere il quorum.

Renzi, assieme agli alleati di governo, è riuscito ad aggiungere al predetto zoccolo duro un altro 29% (circa), vincendo chiaramente un partita tutta politica.

Io non che credo che la maggioranza degli italiani sia indifferente, agnostica rispetto alle questioni ambientali. Il punto è che la discussione su ogni referendum non va spostata dal merito che esso solleva per spingere alla partecipazione, ad un libero pronunciamento che in altre occasioni del passato si è espresso.