Si sono salvati per un pelo i sei migranti africani che dormivano in una baracca andata a fuoco poco dopo la mezzanotte di ieri nella tendopoli ghetto di San Ferdinando nei pressi di Rosarno. Sono stati dei vicini di baracca ad accorgersi del fumo e a svegliare i giovani. Appena in tempo perché poco dopo è esplosa la bombola del gas usata per cucinare, incenerendo la baracca di legno e plastica. Malgrado le numerose telefonate nessuno è intervenuto e sono stati gli stessi migranti a circoscrivere le fiamme abbattendo anche alcune baracche vicine.
I sei giovani hanno perso tutto nell’incendio, sulle cui cause stanno indagando i carabinieri che seguono con attenzione la vicenda. Anche se non si esclude nulla, é probabile sia stato un corto circuito dell’impianto elettrico precario. Un evento annunciato nella condizione di emergenza in cui si vive nella tendopoli/baraccopoli. Malgrado sia finita da tempo la stagione della raccolta degli agrumi, sono ancora 800 i migranti che vivono tra tende, baracche e un capannone industriale occupato.
La baracca distrutta
Sono ancora qui perchè vanno a rilento le pratiche per ottenere il permesso di soggiorno e poter così spostarsi in altre zone, come il Foggiano, dove il lavoro sta iniziando. Sono qui in attesa e questo rischia di creare tensione con i locali, come pochi giorni fa per il furto di una bicicletta. Tensioni favorite dalla campagna elettorale per le comunali di Rosarno, nelle quali il tema immigrati è cavalcato con toni molto pesanti.
E c’è chi davvero soffia sul fuoco. Anche la scorsa notte l’unica presenza è stata quella del parroco don Roberto Meduri. “Ho dovuto calmarli anche scherzando, perché stavano protestando per il mancato arrivo dei vigili del fuoco. Purtroppo malgrado gli impegni, sulla tendopoli non c’è stato ancora nessun intervento”. Questa volta è andata bene ma la prossima?
Fonte (www.avvenire.it)