Piccolo elogio delle “zeppole di San Giuseppe”
Primo anno di università, nella splendida e vorticosa Napoli. E prima Festa di San Giuseppe lontano da Gioiosa. Tanti anni fa.
Al Gran Caffè Gambrinus – storico e prestigioso locale dinanzi alla centralissima Pizza Plebiscito – scorgo le “zeppole di San Giuseppe”. Le scelgo e le assaggio: avverto forte la mancanza di casa, mi arrendo alla nostalgìa, perchè quelle zeppole – comunque buonissime nella loro diversità di lavorazione e di prodotto – non sono le “mie” zeppole.
Per un gioiosano, quello delle “zeppole di San Giuseppe” è un autentico rito, una sorta di liturgìa sociale che sembra quasi voler sancire – in un dolce così intenso e così carico di sapori – la fine della stagione invernale. Con sullo sfondo l’incipiente primavera.
Come spesso avviene, l’identità di una piccola comunità come quella di Gioiosa si nutre anche di micro-storie e di semplici tradizioni, spesso legate fortemente ad una vocazione gastronomica. E Gioiosa – casualmente o meno che sia – ha costruito nella sua pasticceria una sorta di laboratorio identitario, un’anima popolare che la qualifica e la contraddistingue.
Al 19 di Marzo, i gioiosani comprano le “zeppole” dai tanti mastri pasticceri che le preparano ancora con l’amore e la precisione voluti dalla tradizione. Bisogna prenotarle per tempo presso le varie pasticcerie, vista la grande richiesta che ancora circonda questo prodotto esclusivo. E’ un appuntamento cui raramente manchiamo, sin da quando eravamo bambini: perchè sono buone da mangiare, certamente; perchè fanno parte del nostro modo di essere e del nostro modo di rivendicarci, prima ancora.
Le “zeppole di San Giuseppe” sono un piccolo pezzo della cucina popolare di tutto il Sud Italia, ogni territorio e ogni luogo ha la sua variante da gustare. Ma un gioiosano – vuoi per nostalgìa del tempo che passa inesorabilmente vuoi per il legame che sempre lo legherà alla sua terra – penserà sempre alle “zeppole” fritte e zuccherate della sua infanzia: un pò come successe, il 19 Marzo di tanti anni fa in una città bellissima e avvolgente, ad un giovane studente che mangiava una zeppola non “sua”.
Buona Festa e buone zeppole di San Giuseppe a tutte e tutti.