CARLO IANNUZZI, IL PROFILO E LA STORIA
1. PRIMA DI BUENOS AIRES
Dopo essersi laureato nel 2011 in Ingegneria informatica presso l’Università della Calabria Carlo Iannuzzi è subito assunto a tempo indeterminato in qualità di analista programmatore presso la Società Almaviva S.p.A. di Bologna, dove lavora per 3 anni, fino a Settembre 2014. È quell’epoca in cui i sogni bussano alla porta e Carlo non può fare altro che aprire. Sorprendendo tutti decide di rinunciare al suo tranquillo e comodo lavoro a tempo indeterminato (sogno e chimera per molti giovani come lui) per dare atto alla umana libertà di movimento. Si dimette, e per i successivi 6 mesi programma nei dettagli la partenza, conservando nella mente e nel cuore la Calabria e la sua Roccella dove promette di volere ritornare per dare il suo contributo a “costruire qualcosa”, animato dalla sua forte convinzione che “un altro mondo è possibile”!
2. A BUENOS AIRES
Finalmente il 04/03/2015, non senza un pesante fardello di nostalgia, inizia il viaggio: lascia l’Italia ed il 05/03/2015 arriva a Buenos Aires. Provvisto di un regolare Visto Turistico, valevole 90 giorni e prorogabile per altri 90 giorni, poi trasformatosi in Permesso di Residenza Temporanea fino al 09/09/2016, Carlo è inizialmente ospite a casa di amici. Inizia a visitare Buenos Aires e si reca nel Nord dell’Argentina, per perfezionare la sua conoscenza della lingua e del luogo. Si adopera comunque fin da subito nella ricerca di un lavoro e di un alloggio. Dopo i tanti curricula inviati e colloqui sostenuti, viene finalmente assunto in data 15/09/2015, con contratto a tempo pieno indeterminato firmato in data 20/08/2015, in qualità di Analista Programmatore, presso la Società Arte Grafico Editorial Argentino S.A.Trova un alloggio e si trasferisce nel quartiere popolare di Almagro, poco frequentato dai turisti dove vive da “argentino” tra gli argentini, si iscrive addirittura ad una scuola di tango per “sincronizzare i battiti del suo cuore con quelli dell’Argentina”. Tutto procede per il meglio, Carlo è un giovane italiano perfettamente inserito nel tessuto sociale e produttivo di Buenos Aires.
3. IL FATTO
Alle ore 03:30 del giorno 27/11/2015 un passante vede due uomini correre sulla Via pubblica Peron 3333, insospettito torna su suoi passi e trova Carlo in stato di incoscienza riverso in terra con una gravissima ferita alla testa dalla quale esce copiosamente sangue. L’uomo chiama il pronto intervento che invia dopo circa 20 minuti un’ambulanza. Carlo viene condotto d’urgenza, in Codice Rosso, al più vicino Ospedale, ovvero il Ramos Mejia. Il fatto, che si può senz’altro interpretare come un atto delittuoso provvisto di tutte le caratteristiche del tentato omicidio, è stato denunciato alla polizia argentina.
4. IN OSPEDALE
La tomografia computerizzata del cervello evidenzia un ematoma subdurale acuto della parte destra con deviazione sulla linea mediana; viene effettuato l’intervento di craniotomia decompressiva della parte fronte-temporale-parietale destra per la fuoriuscita dell’ematoma subdurale, ovvero è rimossa una parte di cranio per consentire la fuoriuscita del sangue che stava comprimendo il tessuto cerebrale. Attorno alle ore 12:00, ora italiana, del 28/11/2015 il fratello Elio riceve la notizia attraverso un messaggio inviato via Facebook; Elio contatta il Consolato Generale d’Italia a Buenos Aires, nella persona del Vice Console Gianluca Guerriero il quale, considerata l’insufficienza delle attrezzature medico-sanitarie dell’ospedale Ramos Meja, consiglia il trasferimento d’urgenza all’Hospital Italiano de Buenos Aires. Quest’ultimo è una clinica privata dai costi particolarmente esosi – 400 euro al giorno solamente per il posto letto – e però totalmente attrezzata ad affrontare lo stato di malattia di Carlo. Il trasferimento è avvenuto, con il consenso della famiglia, il giorno stesso con orario di ricovero 19:44.
5. LA SITUAZIONE ATTUALE
Carlo resta ricoverato presso l’Hospital Italiano di Buenos Aires fino al 6 gennaio 2016 (38 giorni). La terapia intensiva, cui è stato sottoposto, si è protratta per quasi venti giorni. A partire dal 7 gennaio 2016, nel centro di Nuestra Segnora De Lujan, Carlo ha cominciato la riabilitazione senso-motoria e neurologica. Il 2 febbraio 2016 ha subito l’intervento di ricostruzione della scatola cranica, eseguito di nuovo nell’Hospital Italiano di Buenos Aires. Data la gravità del trauma i segnali di ripresa che dimostra sono importantissimi, ma la piena riabilitazione del complesso delle sue facoltà psicofisiche rimane un processo lento e non senza difficoltà. Il 20 febbraio Carlo è tornato in Italia ed è stato trasferito nella clinica romana di Santa Lucia, specializzata nella neuro-riabilitazione con programmi di recupero cognitivo e motorio.
Comitato El Puente per Carlo