Sisì Napoli: lettera da Manila, nelle Filippine
Manila è radicalmente cambiata.
Le baracche che prima ti opprimevano dovunque passassi, ora non si vedono più o quasi.
Le jeep ed i tricicle che occupavano le strade sono state sostituite da auto giapponesi o coreane. Il panorama è occupato da cantieri per la edificazione di infrastrutture ma anche tanta edilizia privata.
I Filippini sono decisamente cresciuti. La globalizzazione economica ha portato anche qui tanta ricchezza.
Mi domando dove siano finite quelle centinaia di migliaia di esseri umani che vivevano nelle baraccopoli, ovunque girassi lo sguardo. Tranquilli, sono sempre qui, solo ben nascosti. Il muro c’è sempre. La globalizzazione non li ha fatti sparire. Sono le anime che fanno vivere tutto il resto. Di giorno escono dai tuguri e diventano camerieri, autisti, operai della jonson&jonson o di un’altra delle centinaia di aziende occidentali che hanno delocalizzato la produzione. Qui infatti non ci sono sindacati e non ci sono ambientalisti a rompere le scatole. Tutti col job act. Di notte si trasformano ancora. E diventano le o i prostituti che rallegrano la vita nei locali più “in”di Makaty.
I Bambini che ho incontrato dieci anni fa sono cresciuti. Quasi tutti hanno sfruttato bene l’opportunità di studiare che gli è stata offerta dal l’adozione a distanza gestita allora da Suor Marisa. Qualcuna non ce l’ha fatta. Come Cristina che adesso ha 16 anni e fa la prostituta e si droga.
A Silang l’ambulatorio è cresciuto tantissimo. Oggi è una vera e propria Clinica. Da lì partono spesso le Suore con i volontari per missioni in luoghi critici. Domani ci sarà la grande giornata di Medical Mission. Oltre cento tra
Medici dell’Università Santo Tomas e volontari di vario tipo.