L’Oratorio San Rocco e la spremitura delle olive

L’Oratorio San Rocco e la spremitura delle olive

L’ORO DI CALABRIA
L’ORATORIO SAN ROCCO IN VISITA ALL’OLEIFICIO SOCIALE DI GIOIOSA IONICA

L’olivo è l’elemento fondante della nostra identità. In esso confluiscono non solo aspetti economici e territoriali, ma anche antropologici. Ottobre è il mese dell’olivicoltura, durante il quale le nostre floride colline si affollano di olivicoltori che, dopo aver meticolosamente curato i loro oliveti durante l’anno, si apprestano a coglierne i frutti.

Oleificio Sociale - C.da Varano Gioiosa Jonica

Oleificio Sociale – C.da Varano Gioiosa Jonica

Quando parliamo di olio, dunque, non possiamo non parlare di Calabria, storia, cultura. Fonti archeologiche attestano come la presenza dell’olivicoltura sia databile all’età del Bronzo antico e, così come lo è stato per i Greci, ancora oggi l’olio rappresenta l’oro della Calabria. Apprezzato non solo da grandi ed esperti coltivatori ma, a quanto pare, anche dai giovanissimi. Nella giornata di ieri pomeriggio i ragazzi dell’oratorio San Rocco di Gioiosa Ionica sono stati accolti dall’Oleificio sociale del paese per una giornata alla scoperta di questa preziosa risorsa.

L’oratorio nasce nel 2011 e ad oggi conta la presenza di circa trenta ragazzi, coordinati dal lavoro di moltissimi collaboratori e volontari: Rocco Lecce, Cinzia Fammartino, Carmela Benci, Antonio Napoli, Mirella Mazzone, Mirella Scopelliti, Maria Severino, Antonella Napoli, Teresa Loccisano, Franca Demartino, Maria Bruzzese, e molti altri.

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L’oratorio nasce come punto di aggregazione sociale in un territorio dove, spesso, è forte la dispersione giovanile e accoglie bambini e ragazzi dai sei ai sedici anni. Inoltre, la struttura è aperta tutta la settimana e offre al territorio le più disparate attività: recupero scolastico, attività creative e di formazione, laboratori tecnologici e linguistici, musica e canto. Inoltre, un martedì al mese è dedicato al Cineforum e alle visite guidate. A tal proposito, l’oratorio ha in programma numerose uscite didattiche, tra cui la visita alla mostra dei presepi artigianali, all’azienda produttrice della Gioietta, e molte altre.

Tornando al nostro argomento, ripercorriamo insieme ai ragazzi dell’oratorio le diverse tappe di produzione dell’olio, tappe che ieri sono state esposte ai giovani grazie alla collaborazione del Dott. Agronomo Domenico Calvi. Una buona produzione olearia –afferma- parte dalla qualità del terreno e dalla coltivazione dell’albero di ulivo. Quando le olive entrano in frantoio, tutto inizia con la loro pesatura per poi passare alle diverse fasi di lavorazione: le olive vengono inserite nella tramoggia mediante un nastro elevatore per poi passare al defogliatore, che garantisce l’eliminazione delle foglie e dei rametti. Il tutto passa poi nella lavatrice, necessaria per eliminare l’eventuale presenza di terriccio. Successivamente, le olive vengono inserite all’interno di un frangitore, sminuzzate fino a formare un composto che passa all’interno della gramolatrice, macchina che ha la funzione di amalgamare il composto. Ad esso viene aggiunta dell’acqua alla temperatura di circa 25° all’interno della centrifuga e la miscela viene separata in sansa, mosto oleoso e morchia. Il mosto oleoso, infine, viene inserito all’interno di un separatore per eliminare la presenza di eventuali impurità.

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Ma come facciamo a sapere se il nostro olio è davvero di qualità? L’olio –continua- una volta prodotto può essere diviso in vergine, extravergine e lampante. Per assegnare una determinata etichetta è necessario sottoporlo a delle analisi che devono soddisfare tutta una serie di parametri. I ragazzi assisteranno all’analisi dell’acidità, parametro necessario per capire il grado di qualità dell’olio prodotto. Lo strumento necessario per sottoporre l’olio a questo controllo è una buretta di vetro graduata, mentre il materiale utilizzato, oltre l’olio ovviamente, è l’alcool, la fenolftaleina (particolare indicatore di PH) e l’idrossido di potassio. A questo punto –continua tra la grande attenzione dei ragazzi- in un contenitore si inseriscono 10 cc di olio e si sciolgono con 20 cc di alcool, aggiungendo alcune gocce di fenolftaleina e di idrossido dalla buretta. Quando la soluzione è passata dal colore giallo a quello rosso il processo può dirsi terminato. A questo punto si legge la quantità di idrossido consumato che equivale all’acidità contenuta nell’olio realizzato. I parametri per stabilire la qualità dell’olio in termini di acidità sono: fino a 8 cc abbiamo olio extravergine di oliva, da 0,8 a 1,5 l’olio può considerarsi vergine, superiore a 1,5 di acidità si tratta di olio lampante.

Dalla misurazione del grado di acidità scopriamo che l’olio analizzato è extravergine, confermando quanto esso sia una risorsa preziosa nel nostro territorio, dalle peculiarità uniche e rinomate in tutto il mondo.

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