Ospedale di Locri o interessi politici di qualcuno?
Una manifestazione bella, colorata, di popolo, piena di suoni e di voci, animata dall’entusiasmo di tanti giovani: tutti insieme, da donne e uomini liberi, a difesa della struttura ospedaliera di Locri.
Tanti i presenti anche da Gioiosa Jonica, a partire dagli amministratori comunali e proseguendo con la Consulta delle Associazioni del Presidente Vincenzo Logozzo e l’Associazione Comma Tre di Simona Coluccio.
La democrazia, se praticata dal basso e con piena consapevolezza civica, è un autentico “bene comune”, quello più prezioso e dalle potenzialità infinite: vedere tante persone, provenienti da tutta la Locride, marciare per rivendicare il proprio diritto alla salute è stata una bella sensazione.
Ho partecipato alla manifestazione odierna di Locri con uno spirito duplice: da una parte, la convinzione di voler esserci, di voler fare la mia parte di cittadino, di voler praticare nei fatti il diritto al dissenso garantitoci dalla nostra splendida Costituzione; dall’altra, il timore di assistere a speculazioni politiche di bassa lega, di anteporre disegni personali a contenuti di merito, tentazione perenne per una classe politica locale la cui pochezza e la cui ristrettezza culturale sono assai evidenti.
I miei timori sono stati ampiamente confermati dai fatti.
Federica Roccisano, giovane assessore regionale, non ha potuto esprimere il suo pensiero (le esprimo, anche a nome di ciavula.it, piena solidarietà). Alle prime insofferenze di qualche partecipante dinanzi alle sue parole iniziali, le è stato letteralmente sottratto il microfono dal Sindaco di Locri Giovanni Calabrese. Il suo è stato un intervento sguaiato, urlante, capace soltanto di “incendiare” la folla (crucifige! crucifige!), un intervento – del quale non si avvertiva minimamente il bisogno – finalizzato ad esaltare il suo protagonismo personale invece che a favorire il fisiologico prosieguo della manifestazione. Sul palco e dietro, poi, altri personaggi legati al Sindaco Calabrese, pronti ad aumentare la tensione e a rivendicare la “cacciata” dal palco dell’Assessore Roccisano.
La sensazione è quella di un “agguato” politico nato sull’onda dell’entusiasmo per la riuscita della manifestazione, un “agguato” perpetrato dal “padrone di casa” verso una giovane donna che – piaccia o meno la cosa- rappresenta la massima istituzione regionale (la stessa, guarda caso, che dovrà decidere concretamente il futuro del nosocomio locrese) e in questa veste intendeva parlare (invitata dagli organizzatori) sul palco allestito davanti all’ospedale.
Leggo sui social, in modo alquanto curioso: la Roccisano ha sbagliato ad approcciarsi alla platea (qualcuno arriva addirittura a dire che ha sbagliato ad esserci). Ragionamento brutale, a dir poco paradossale: è come se io picchiassi una persona perché mi ha guardato male per strada (quindi, si è posto male nei miei confronti).
Non abbiamo bisogno di novelli “Masaniello” che, quasi fossero marziani improvvisamente apparsi sul pianeta della politica calabrese, si presentano come “uomini nuovi” al servizio esclusivo del popolo. Quello che ci serve, finalmente, è una classe politica seria, autonoma culturalmente, in grado di ragionare sulla complessità della società contemporanea.
In tanti, stamattina, hanno risposto agli incitamenti da “capopopolo” del Sindaco Calabrese (magari qualcuno era già pronto a questa evenienza), in tanti altri hanno semplicemente abbandonato la manifestazione per protesta (fra questi, anche alcuni sindaci che hanno prontamente riposto la propria fascia tricolore)
La verità finale è che quando l’egocentrismo politico, la volgarità di atteggiamenti, il populismo agitato come una clava prendono il sopravvento, ogni contenuto decade all’istante lasciando sul campo le macerie di una mera democrazia degli interessi.
Il quadro sul futuro dell’ospedale di Locri è assolutamente precario: in fondo, questa è la caratteristica comune di tutta la sua storia.
La politica, soprattutto quella regionale, ha gravi responsabilità e anche le ultime misure preannunciate (la sanità in Calabria è ancora sotto regime commissariale) vanno tutte nella direzione di una continua spoliazione di servizi e funzioni. Sacrosanto e doveroso protestare per chiedere un sanità moderna, onesta, a misura di paziente.
Tuttavìa, la stessa rabbia quasi folcloristica del Calabrese odierno (e della folla più o meno ammaestrata) mi piacerebbe scorgerla in altre assolutamente necessarie proteste: quelle contro la ‘ndrangheta che domina l’ospedale di Locri sin dalla sua nascita, quelle contro la corruzione di chi saldava più volte le stesse fatture dei fornitori, quelle contro i reparti sdoppiati per favorire altri primari, quelle contro i dipendenti assunti chissà come e che non hanno alcuna coscienza professionale, quelle contro le clientele e i favoritismi che caratterizzano anche e soltanto l’accesso ai vari reparti ospedalieri.
Alla fine, il tanto bistrattato Commissario Scura (vero responsabile delle ultime sbagliatissime decisioni sulla sanità calabrese) starà ridendo sornione: se l’era presa con i politici che fomentano le folle, evidentemente conosceva meglio di tutti Giovanni Calabrese (e non solo lui).