Caulonia Marina: una chiacchierata con gli “inglesi”
Sbagliamo a chiamarle “inglesi” le belle persone sconosciute che qualche anno fa apparvero all’improvviso nelle nostre strade, e che ora sono diventate familiari e bene accolte dalla ospitale e socievole comunità dei cauloniesi. I loro occhi azzurri incastonati nei tratti delicati e forti del viso, il biondo dei capelli, la carnagione chiara, la statura alta, e la parlata anglofona ci riportarono alle civiltà dei popoli dell’odierno Regno Unito di Gran Bretagna e d’Irlanda, rievocandoci le loro imprese epiche di navigatori sovrani dei mari, i loro miti e le loro leggende antiche. Tutti guardammo ad un afflusso turistico importante per la nostra debole economia, ma in realtà, al di là delle difficoltà di comunicazione dovute alla lingua, avveniva qualcosa di più profondo e significativo. A Caulonia Marina si realizzava l’incontro di due mondi diversi, tra il Nord e il Sud dell’Europa o, per dirla meglio, tra il freddo dei paesi d’oltre Manica e il calore del Mediterraneo, coinvolgendo le rispettive bellezze dei grandi scenari paesaggistici e naturalistici dentro cui si sono sviluppati sistemi economici, strutture urbane, culture, tradizioni e costumi differenti che, messi a confronto, costituiscono sempre un arricchimento della comprensione e della conoscenza di ogni società umana.
Qui hanno comprato circa 200 appartamenti in sei complessi condominiali, e l’acquisto di una casa esprime sempre una scelta ponderata e impegnativa, l’idea di volerci tornare per brevi o per lunghi periodi perché è divenuta una seconda dimora in un luogo che piace e si vive bene. E del nostro centro storico, che definiscono (a ragione) pittoresco, e della marina si sono innamorati per il clima e i panorami che ricadono sotto i loro occhi. Conoscono poco la montagna che gli rimane un desiderio da realizzare. Per loro ogni periodo dell’anno è buono per tornare e rilassarsi nella nostra quiete quotidiana, ma cercano di evitare il mese di agosto, più caldo e caotico. Apprezzano i nostri cibi e più in generale il costo della vita meno caro rispetto ai paesi di provenienza. In definitiva, hanno investito i risparmi di una vita di lavoro per acquisire un valore immobiliare che gli consente di fare vacanza ogni volta che possono in un posto ritenuto ideale dal punto di vista climatico-ambientale ed economico.
Questo è il succo di una chiacchierata da bar davanti a molte peroni e qualche caffè, tenuta con Teddy, Marian, Barry, Mchael, James, Jhon e il nostro indispensabile interprete Silvio. Tuttavia, come ogni discorso che riguarda la nostra terra, dopo le rose arrivano immancabilmente le spine. Il fatto di avere una proprietà e di viverci in alcuni periodi dell’anno li rende di fatto nostri concittadini animati dagli stessi interessi e come tali ragionano di fronte ai tanti problemi del paese. Abituati ad una governance efficiente le loro critiche si trasformano in una lunga sfilza di stupiti perché per: le opere incompiute come il lungomare e la casa della pace; l’irregolarità della pulizia delle strade e delle piazze, e in particolare delle vie periferiche dove le carcasse di animali non vengono subito raccolte, l’ammucchiamento e il tardivo ritiro della spazzatura dai cassonetti; il versamento occasionale e ripetuto di liquami sulla spiaggia; l’acqua del mare non sempre pulita e l’erosione della spiaggia ridotta ad una striscia ristretta; l’acqua potabile che nei condomini non arriva a sufficienza e impone maggiori costi per impiantare pompe e serbatoi; la pista ciclabile dove praticare un po di sport salutare tante volte annunciata e mai costruita. E infine, emerge la tipica cultura anglosassone rigorosa nel rapporto con le tasse. I nostri concittadini acquisiti criticano aspramente il fatto che il comune manda le bollette per il pagamento dell’acqua potabile e dei rifiuti solidi urbani con molto ritardo e con anni di arretrati. Pensano che di fronte alle tante questioni irrisolte il non pagamento o il non pagamento puntuale delle tasse sia un danno grave per il progresso di tutta la collettività.
Di fronte a tanto senso civico così accalorato è difficile trovare una conclusione all’intera chiacchierata ampia e approfondita. Forse, dobbiamo augurarci che alle prossime elezioni amministrative vi siano un candidato sindaco e una lista di “inglesi” per sollevare le sorti di questo comune.