Formazione professionale: lettera a Federica Roccisano
Carissimo Assessore Federica Roccisano,
da operatore – sia pure in modo occasionale e non continuativo – nell’ambito della formazione professionale e alle imprese, consentimi di ribadirti alcune questioni assai delicate (per quanto, ne sono certo, le stesse siano già di tua piena conoscenza e consapevolezza), questioni che peraltro mi sono state segnalate da enti ed organizzazioni con sede a Gioiosa Jonica e a Caulonia e che nella formazione professionale lavorano – seriamente e proficuamente – da anni.
Sostanzialmente, la situazione burocratico-amministrativa del Settore Formazione Professionale della Regione Calabria – che dipende politicamente dall’assessorato da te diretto – è di profonda stasi operativa, fino alla vera e propria inadempienza.
E’ vero, siamo in una fase di passaggio e di transizione fra la vecchia programmazione (che deve essere puntualmente rendicontata) e quella nuova (2014/2020) da mettere in cantiere: da qui, meno bandi pubblicati e meno investimenti sul settore.
Tuttavìa, le inadempienze del Settore Formazione Professionale vanno ben oltre la complessiva dinamica della programmazione europea e coinvolgono situazioni di normale fisiologìa gestionale, fino a travalicare i confini della responsabilità penale.
Alcuni esempi concreti, per capirci meglio.
Nel 2011, è stato finanziato un bando molto importante sulla formazione del personale OSS (Operatori Socio Sanitari), dedicato a soggetti disoccupati/inoccupati. A causa delle inadempienze delle aziende interessate e delle dimissioni unilaterali del personale assunto in seguito alla formazione (dovute anche alla notizia “informale” del venir meno delle agevolazioni alle assunzioni inizialmente previsti), alcuni enti formativi – che hanno regolarmente proceduto a 1000 ore di formazione professionale e che reclamano quanto “tagliato” dalla Regione Calabria per responsabilità eterodirette – sono stati costretti ad attivare azioni giudiziarie di recupero.
Il bando per la formazione sull’apprendistato, pubblicato sul BUR Calabria del 7 Dicembre 2012, è stato finanziato con apposita graduatoria nel mese di Maggio 2015 (2 anni e mezzo dopo; manca ancora, però, la pubblicazione sul BURC): nel frattempo, com’è ovvio che sia, molte delle ditte richiedenti (dalla Locride furono inviate 300 domande circa), in assenza di comunicazioni relative al finanziamento per la formazione, hanno proceduto al licenziamento degli apprendisti assunti (percentuali di almeno il 30/35%). Di riflesso, gli enti che hanno presentato regolare istanza e predisposto i relativi piani formativi ne pagano oggi le conseguenze.
Sempre nel 2012, è stato finanziato un bando specifico per alcune aziende in crisi, la cui ambiguità e la cui opacità ha portato da subito ad una serie di attività ispettive. Il risultato è stato il coinvolgimento penale, siamo nel 2014, dei massimi dirigenti del Dipartimento Lavoro e Formazione Professionale, con tutti gli atti del bando che sono ancora nell’esclusiva disponibilità dell’autorità giudiziaria. Anche in questo caso, ad essere fortemente danneggiati sono soprattutto alcuni enti formativi e alcune aziende che attendono somme loro spettanti ed oggi bloccate per le sopra citate vicende giudiziarie.
A pagare le conseguenze di questa situazione, a cascata, sono soprattutto le piccole organizzazioni che anche in realtà come Gioiosa e Caulonia – provano a svolgere con professionalità il proprio lavoro: aziende che hanno bisogno di accedere ad agevolazioni e finanziamenti pubblici in tempi utili; enti formativi spesso costrette da anticipare somme che riceveranno con grandi ritardi e/o in misura minore a quanto inizialmente previsto; consulenti e formatori che prestano la propria opera e che non sempre ricevono una puntuale e legittima gratificazione economica. Con un danno per la Regione Calabria che è, innanzitutto, d’immagine e di credibilità; ma è anche, in un secondo momento, un danno oggettivo dal punto di vista economico, visto che molti degli operatori privati sopra indicati procedono con l’attivazione delle procedure giudiziarie e, sia pure a distanza di anni, recuperano le somme attese con gli interressi di legge aggiuntivi.
Si tratta di una situazione, consentimi caro Assessore, non più sostenibile. Urge una soluzione forte, una terapia d’urto che consenta al Settore di tornare a lavorare con serietà e fuori da ogni opacità (chiunque frequenti gli uffici di Via Lucrezia della Valle sa bene che per avere notizie e informazioni bisogna muoversi attraverso canali informali, talvolta di dubbia trasparenza).
Sappiamo che hai l’intelligenza e la sensibilità per capire la delicatezza della situazione e per agire di conseguenza.
Ciavula.it proverà a svolgere il proprio ruolo di controllo e di informazione, liberamente e pubblicamente come sempre.