Il lavoro sommerso: le fibre tessili

Il lavoro sommerso: le fibre tessili

Riceviamo da Cecilia Piscioneri e pubblichiamo:

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Ho interrotto il viaggio attraverso le fibre tessili, lo riprendo perchè è interessante venire a conoscenza di un mondo scomparso, per le nuove generazioni è come se entrassero nel paese delle meraviglie e tutto sembra diverso e sorprendente…….
E’ il mondo del lavoro; un lavoro completamente diverso da quello esercitato dalle donne moderne, sempre con l’orologio in mano, sempre di corsa, non si ha più tempo neanche di scambiarsi una parola……Io però definirei il lavoro della donna moderna ” LAVORO-LOGORIO” quello della donna del passato “LAVORO-FATICA” Mi tuffo in un viaggio a ritroso nel passato prossimo per comprendere meglio gli aspetti del lavoro-fatica……….
Un tempo le donne calabresi non vivevano con le mani in mano ma si dedicavano a tanti lavori, coadiuvate anche dagli uomini……….
Uno dei tanti lavori era la coltivazione delle fibre tessili tra cui primeggiava il lino,,,,,,,,In genere erano gli uomini a zappare la terra e a seminare
La pianta del lino era coltivata in tanti paesi calabresi tra cui Caulonia e San Nicola di Caulonia…………..
La coltivazione del lino non era a livello industriale ma rimaneva a conduzione familiare, in particolare dove c’erano figlie femmine,per preparare la dote…………….”FIGGHIJA NTA FASSA DOTI ‘NTA CASSA”,senza dote, ricche e povere, non si potevano sposare… il pericolo maggiore si presentava..per …le povere…………”NIENTE DOTE NIENTE MARITO”!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
IL LINO ( LINUM USITATISSIMUM)………..
Il lino è una pianta erbacea, si riconoscono 200 specie……….
E’ una pianta che preferisce i terreni soleggiati, si semina a primavera (MARZUOLO) per la raccolta estiva: Le piante crescono sottili con foglie di colore grigio verde, con fiori di colore celeste, riuniti in corimbi..
Le esili piante del lino dopo la crescita e la maturazione erano sradicate, raccolte a mazzetti e battute in cima per recuperare i semi “LINUSA” ……
Dai semi del lino si estrae un olio usato come base nelle vernici, nella fabbricazione del linoleum e nelle tele cerate.
In tempi passati i semi ” LINUSA” erano adottati con funzioni terapeutiche sotto forma di cataplasma per bronchiti, polmoniti e formicolii
Dopo la raccolta e l’essiccatura , le esili piante di lino erano raccolte a fasci caricate nella “COFANE” e portate in testa dalle donne di San Nicola alla fiumara d’Allaro…………Giunte sul posto con una pertica cercavano il punto più profondo della fiumara ” NA GURNA” dopo averla trovata sistemavano i fasci in fila, formavano una base i rimanenti mazzetti li impilavano A lavoro completato, ci mettevano tante pietre, affinchè le irruente acque fiumaresche non li portassero via, e un contrassegno per non dimenticare il luogo………
Dopo venti giorni le donne partivano a frotte di buona ora , con le ceste vuote e una piccola “truscia” con il pranzo…….
Giunte sul posto tiravano fuori i fasci macerati, li pestavano con la mazza di legno su una pieta iniziavano il lavoro di stigliatura o scavezzatura separavano la filaccia dagli steli legnosi…….
la filaccia era lavata e messa ad asciugare sulle bianche pietre della vallata dell’Allaro.
Mentre la filaccia si asciugava , le donne consumavano il casareccio cibo portato da casa,,,,,,,,,,,sotto l’ombra delle maestose piante che ornavano le rive della fiumara………Rifocillate intonavano stornellate dialettali,,,,,,,erano storie di amori, di tradimenti, di lotte quotidiane………..Nell’ora blu, quando le campane con gli argentini rintocchi annunciavano L’AVE MARIA, le donne dopo una giornata di faticaccia ritornavano a casa, con il carico delle “COFANE”sulla testa……………….EEEEEEEEEEE NON E’ FINITA……..

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“A MANGANIJARA CU MANGANEDU” Colei che gramolava con la gramola separava i ” MANNI” manipoli da “STUPPA” stoppa.
Dopo la gramolatura manipoli e stoppa si pettinavano con i pettini , erano delle tavole chiodate………….
Dalla pettinatura si passava alla filatura con il fuso. I manipoli davano un filo più sottile, dalla stoppa si ricavava un filo dozzinale………..infine si procedeva alla tessitura………………

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