Intervista a Domenico Mazzone, giovane talento della Reggina
Domenico Mazzone, 18 anni appena compiuti, centrocampista di grande talento, il debutto con la Reggina in Lega Pro nella sfida del 6 Gennaio scorso contro il Martina, un potenziale grande futuro davanti.
Figlio d’arte (entrambi i genitori, il compianto Mario Mazzone – precocemente e tragicamente scomparso qualche anno fa in un incidente stradale – ed Eliana Cirillo – protagonista anni fa della splendida stagione del calcio femminiale a Gioiosa – sono stati calciatori dilettanti), Domenico ha anche un fratello minore (Luciano) che milita nelle giovanili della Juventus e che è stato appena convocato nella nazionale azzurra under 15 (leggi QUI).
Gli abbiamo rivolto qualche domanda al termine di questa stagione che ha sancito per lui il primo vero ingresso nel calcio che conta.
DOMANDA – Buongiorno Domenico. Quest’anno hai raggiunto un obiettivo importante, il primo passo per una carriera che ci auguriamo tutti possa essere brillante e piena di soddisfazioni. Il tuo debutto in Lega Pro nella Reggina Calcio, la squadra nella quale sei cresciuto e che ti sta avviando al grande calcio: dimmi cosa si prova, soprattutto per un reggino di provincia come te e alla luce dei tanti sacrifici fatti in questi anni.
RISPOSTA – Innanzitutto grazie. Arrivare ad esordire nella prima squadra della Reggina era un sogno che meravigliosamente si è avverato. È stata un’emozione forte, intensa, specialmente per me che sono reggino e ho la Reggina nel cuore.
D. – Sei arrivato nelle giovanili della Reggina nel 2009, alla tenera età di 12 anni, poco più che un bambino. Hai fatto tutta la trafila presso gli impianti del S. Agata, coltivando ed affinando il tuo talento. Quanto è importante per te la maglia amaranto e quanto devi ai tuoi allenatori degli ultimi anni?
R. – Sono arrivato a Reggio che ero un ragazzino e oggi mi posso ritenere un “ometto”. La Reggina mi ha fatto crescere sotto tutti gli aspetti, umani e tecnici. Ringrazio il direttore Loiacona, mister Zito, Mister Belmonte, Mister Tedesco e Mister Alberti. Tutte persone che ringrazio perché mi hanno permesso di realizzare il mio sogno.
D. – Quest’anno, la Reggina ha conosciuto una stagione molto complicata, sia sul piano societario che su quello tecnico. Alla fine, è riuscita ad evitare la retrocessione battendo nello spareggio play-out i nemici storici del Messina: il tuo contributo, in termini di prestazioni e di minuti giocati, non è mancato. Sembra, inoltre, che Lillo Foti abbia trovato gli acquirenti giusti ai quali cedere il controllo della società e con i quali provare a rilanciare le ambizioni della squadra amaranto. Tu cosa pensi del futuro della Reggina? E della tua maglia amaranto anche nei prossimi anni?
R. – La Reggina merita palcoscenici importanti, lo hanno dimostrato i tifosi nel play out contro il Messina. Sembrava un tifo da serie A.
D. – E delle tue ambizioni personali, cosa mi dici? Dove ti vedi fra 10 anni? In quale squadra ti piacerebbe poter giocare un giorno? A Gioiosa, puntiamo molto su di te e su tuo fratello per tornare ad avere un concittadino in Serie A……
R. – Il mio sogno ovviamente è quello di arrivare a giocare nella massima serie, anche se so che sarà molto difficile. L’importante è lavorare sempre con sacrificio ed umiltà.
D. – Sei cresciuto giocando da mediano davanti alla difesa, con un’interpretazione del ruolo fatta di sostanza e di ordine. Così hai anche debuttato in prima squadra, dimostrando le tue doti tecniche, fisiche e caratteriali. È questo il tuo ruolo naturale, la posizione in campo nella quale ti trovi maggiormente a tuo agio, o pensi di poter avanzare il tuo raggio d’azione? Magari, potresti anche scoprire di essere un’ottima mezzala capace di inserirsi e di andare al tiro con più frequenza….
R. – Sì, il mio ruolo naturale è quello davanti la difesa; però, ho fatto anche la mezzala quando è servito. Nel calcio moderno, secondo me, devi essere bravo e pronto a saper ricoprire più ruoli.
D. – Sei un gioiosano doc, cresciuto in una famiglia che ha sempre avuto nel calcio una passione assoluta. Penso a tua madre Eliana, una delle pioniere del calcio femminile della nostra provincia. O a tuo fratello Luciano, talento inserito a pieno titolo nelle giovanili della Juventus e appena convocato in nazionale under 15. E penso, soprattutto, a tuo padre Mario: lo ricordo sempre sul comunale di Gioiosa o nei vari tornei estivi, un sinistro di grande tecnica e di assoluto temperamento, una figura che – per somiglianza fisica e per similitudine di atteggiamento – mi ha sempre ricordato il grande Hristo Stoickcov (mi si passi il paragone ardito). Se non sono invadente, puoi dirmi quanto è stata importante la cultura calcistica della tua famiglia e quanto è forte il ricordo di tuo padre calciatore?
R. – La mia famiglia mi ha sempre insegnato ad essere umile, perché anche nel calcio l’umiltà è fondamentale. Di papà, ricordo le partite amatoriali che faceva: non me ne perdevo una. Ricordo, in particolare, che ogni punizione voleva tirarla sempre lui…..
D. – Ovviamente, seguirai le vicende calcistiche di Gioiosa: dalle difficoltà del Gioiosa Calcio (retrocesso in prima categoria) ai successi della Sensation Juniores nel calcio a 5 (titolo calabrese e qualificazione alla final-eight nazionale). Cosa pensi manchi davvero al calcio gioiosano? Strutture, soldi, o la passione di continuare a fare calcio?
R. – Sono molto contento dei ragazzi della juniores di calcio a 5, perché sono miei amici e meritano i loro successi: giocano a memoria e hanno una fame di vincere incredibile. Invece, mi dispiace per la retrocessione del Gioiosa. Secondo me, si dovrebbe puntare di più sui ragazzi e sui giovani talenti di Gioiosa ce ne sono tanti e sono anche bravi. Speriamo il Gioiosa Calcio possa tornare subito in Promozione e possa avere il futuro che merita.
D. – Un’ultima domanda, secca ed impertinente: sei più bravo tu o tuo fratello Luciano?
R. – Bella domanda….. Ricordo che all’età di mio fratello io non avevo il suo fisico. Quando è tornato a Gioiosa per le vacanze, mi ha impressionato. Se lavora duro, può arrivare molto in alto. Vedremo: fra noi due, sarà una bella “sfida”….
D. – Grazie Domenico, sei stato gentilissimo. Ci vediamo nella nostra Gioiosa, magari a commentare qualche tuo successo in uno dei tanti tornei estivi di calcio a 5.
R. – Grazie a voi.