Un augurio alle mamme del domani

Un augurio alle mamme del domani

Un augurio a chi ancora mamma non lo è. Un augurio a chi lo diventerà un giorno o forse proprio a chi sta per diventarlo in questo momento, in sala parto. Un augurio alle bambine che un giorno lo saranno, ma che per adesso si limitano semplicemente a far finta di esserlo: una bambola in braccio da accudire e un fazzoletto di stoffa che funge da pannolino da cambiare. La natura ha fatto ad ogni donna questo meraviglioso regalo: la possibilità di generare, di dare vita. Come lo si fa, è molto semplice. Ma fare è diverso di essere. Diventare mamma è come partire per un lungo viaggio: oltre a preparare un grande valigia ricca di tutto l’occorrente che ci può essere utile, prendiamo informazioni sul luogo che ci ospiterà; clima, cultura, mezzi di trasporto. Diventare mamma è un viaggio che dura tutta la vita. Non possono bastare i corredini azzurri o rosa e la torta di pannolini del baby party. No. Come le ochette che imparano a seguire, educatamente in fila, il primo oggetto in movimento, mamma oca (definito imprinting dall’etologo Lorenz), vostro figlio farà tutto ciò che voi insegnerete lui. Il mio augurio è quello di andare oltre l’istinto materno e naturale cui, fortunatamente, ogni donna possiede. Andate oltre i luoghi comuni, i metodi della nonna, i consigli di cognate e cugine (che non voglio sminuire). Ogni mamma ha un grandissimo compito: quello di educare. E per educare, credo che bisogni prima educarsi. Come partecipare ai corsi pre-parto offerti gratuitamente dai Consultori presenti sul territorio. Io stessa, durante l’affiancamento alla psicologa che li promuoveva, ho visto mamme ricredersi e sfatare luoghi comuni calati come legge sacre e divine, solo perché trasmesse da chi ha già cresciuto quattro figli. Leggete, informatevi. Non perché siete ignoranti. Ma per poter essere delle buone mamme, responsive, empatiche, idonee. Perché non è vero che quando un bambino piange bisogna lasciarlo strillare altrimenti lo si vizia; così come non vanno tolte quelle manine che il bambino si mette in bocca sgridandolo con “Non si fa!”. Sta semplicemente esplorando il mondo. E’ il primo modo in cui lo fa. Ma non lo sappiamo. In questo mondo c’è una patente per tutto: per l’auto, per i mezzi di grossa cilindrata, per il computer. Corsi specializzati per imparare l’inglese, esami di abilitazione alle professioni, il corso per poter ricostruire le unghie. Se non superi il test, sei bocciato, ovvero non in grado. Per il compito più importante del mondo, però, non esiste un esame. E mi dispiace. Se potessi, lo creerei.  Sono cosciente del fatto che le nostre nonne hanno cresciuto decine di figli, maschi e femmine, e sono venuti su bene. Ma cambia il mondo e cambiano i bisogni, e siamo nel 2015. Ed esistono figure professionali in grado di indirizzarvi e di rispondere voi a tutte le domande. I nostri figli sono il domani e noi abbiamo il dovere di educarli, rigorosamente. Se abbiamo voglia di lasciare il mondo un po’ migliore di come l’abbiamo trovato, non possiamo tirarci indietro.

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