Quel sentimento laico che salverà il mondo

Quel sentimento laico che salverà il mondo

Di Francesco Tuccio.

Nella verdissima e cattolicissima Irlanda, laddove fino a soli 20 anni fa l’omosessualità era considerata reato da codice penale, oggi il matrimonio gay passa sospinto da una valanga di voti favorevoli al referendum popolare. Un fatto inedito nel mondo, anche rispetto ai paesi che avevano già legalizzato per via ordinaria, parlamentare, le nozze tra coppie dello stesso sesso come Danimarca, Olanda, Belgio, Spagna, Francia, Canada, Sudafrica, Norvegia, Svezia, Slovenia, Portogallo, Inghilterra, Galles, Islanda, Argentina, Uruguay, Nuova Zelanda, Finlandia, Messico, Brasile e Usa, in 38 Stati.

L’Irlanda non “strapprova” soltanto un emendamento alla propria carta fondativa, la costituzione, ma si pone all’avanguardia sul piano della civiltà con un mutamento profondo negli orientamenti dalla società che hanno coinvolto quasi i due terzi degli elettori.

All’apparenza vincono i gay, ma nella sostanza è l’idea dello stato laico che si radica fortemente nella coscienza dei cittadini, quella che sa distinguere la separazione netta tra fede religiosa e compiti di una vera democrazia. Laicità non è necessariamente ateismo, agnosticismo, avversione contro qualcuno o qualcosa, ma comprensione e inclusione della sofferenza umana, ovunque e comunque si manifesti, di maggioranze o minoranze sia pure infime. E’ sottrazione ad ogni tipo di discriminazione, di odio, di omofobia con il riconoscimento della dignità della persona tradotta in diritti egalitari.

E’ una lezione per la politica italiana paludosa, pavida, balbuziente. L’Italia cattolica del divorzio, dell’aborto ha già dimostrato di saper essere laica, più evoluta della sua classe dirigente. Noi non abbiamo bisogno di una modifica costituzionale che ha già un grande respiro plurale, in questo caso inattuato.

E’ un grande sguardo di speranza verso il mondo dell’Islam. Lì, la laicità non appare e pare manchi del tutto. La religione pretende di essere stato, costume, società, controllo e condizionamento totalizzante dei pensieri più intimi e più segreti, degli atteggiamenti pubblici e privati delle persone, e nelle espressioni più radicali o distorte si fa terrorismo, guerra fratricida, eccidio di civili e bambini, distruzione dei simboli della loro e della nostra civiltà, minaccia grave verso l’occidente e il suo progresso. Ad un confronto con l’Irlanda o la stessa Italia balza subito agli occhi, per prima, una abissale differenza materiale: l’indigenza di grandi masse popolari in continuo disperato movimento. La miseria è la più grave malattia del cervello, incatena l’uomo al pregiudizio, alla credenza, alla superstizione. Fa di dio un rifugio obbligato, dove mancano alternative di vita e la possibilità della vita stessa, e non una scelta libera e consapevole. L’Europa e gli Usa hanno depredato milioni e milioni di braccia riducendoli nella schiavitù più truce, hanno depredato enormi risorse nel colonialismo e nel post colonialismo. Mai è stato pagato il giusto prezzo ed oggi non saremmo quello che siamo senza la rapina. La storia ha inculcato nei loro cuori un odio giustificato verso di noi. E’ una frattura lacerante che va sanata con quella laicità che si fa forte dei valori umanitari dell’accoglienza, del convivio fecondo mirati alla costruzione di un futuro per chi non ce l’ha.

L’occidente deve comprendere che la nostra pace e il nostro benessere coincidono esattamente con la pace e il benessere di una enorme area tormentata del mondo, dei sud del mondo. Sarà un lavoro difficile, di lunga lena, di mutamento delle condizioni materiali e delle coscienze che l’Irlanda ci dice possibile.

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