Mario Congiusta: “Il mio pensiero è l’opposto di quello di Ammendolia”
Fra poco meno di una settimana, a Siderno, ci sarà un’importante iniziativa, fortemente voluta da Mario Congiusta, papà di Gianluca, imprenditore sidernese ucciso vigliaccamente 10 anni fa dai sicari della ‘ndrangheta. Mario, da quel giorno, si è battuto contro tutto e contro tutti per avere giustizia. Ma anche per mantenere vivo il ricordo di suo figlio e di chi, come lui, è caduto sotto i colpi esplosi dai vili assassini al servizio delle ‘ndrine.
Il 24 maggio di 10 anni fa, Gianluca, tuo figlio, veniva vigliaccamente assassinato. Domenica prossima a Siderno, ci sarà un’importante iniziativa promossa dalla Fondazione Gianluca Congiusta Onlus. In cosa consiste?
Con questa iniziativa che abbiamo chiamato “le radici della Memoria”, organizzata insieme alle associazioni Libera Locride, Cambiamenti e Don Milani vogliamo ricordare Gianluca nel decennale della sua barbara uccisione e tutte le vittime innocenti.
Non faremo memoria fine a se stessa ma guarderemo al futuro, ad un futuro di speranza. Faremo che un luogo di morte diventi un luogo di vita, lo faremo segnando quel luogo con i colori dei murales.
In quella giornata faremo una raccolta fondi a sostegno dei ragazzi della cooperativa – Valle del Marro – Libera Terra che ancora una volta sono stati colpiti dalla ‘ndrangheta col taglio di 100 giovani piante d’ulivo.
I coraggiosi ragazzi saranno con noi e noi con loro in un abbraccio di solidarietà. Resisteremo insieme a loro.
Quale è l’obiettivo di questa iniziativa?
L’obiettivo è che il 24 maggio segni un solco profondo tra il passato ed il futuro, tra un passato buio ed un futuro di luce. Siamo consapevoli che è un obiettivo ambizioso ma noi siamo ambiziosi.
Ci sarà pure don Ciotti….
Sarà con noi Don Luigi Ciotti presidente di Libera e con lui i coordinamenti di Libera di tutta la Calabria.
Tanti gli eventi sportivi in programma. Le discipline non sono state scelte a caso…
Gli sport saranno quelli che Gianluca amava.
Tu hai invitato tutti i sidernesi ad esporre un lenzuolo bianco dal balcone. Perché?
Un lenzuolo bianco in omaggio alle vittime ed un segno contro la ‘ndrangheta.
Per te sono stati 10 anni di battaglie durissime. Cos’è cambiato, secondo te, nella Locride, in questo periodo?
Molte cose sono cambiate, 10 anni fa si aveva paura a pronunciare la parola ‘ndrangheta, i familiari delle vittime venivano minacciati di morte se si costituivano parte civile. Nelle aule dei tribunali, al momento della lettura delle sentenze erano presenti solo i familiari e gli amici degli imputati.
Oggi i familiari delle vittime non sono lasciati soli, accanto a loro ci sono le associazioni, i movimenti, una parte di società civile.
Oggi i Comuni, insieme alla Regione ed alla Provincia si costituiscono parte civile in tutti i processi di mafia.
Ultimamente sta prendendo piede una strana linea editoriale che tende a fare del garantismo ad ogni costo quasi una battaglia di civiltà…
Sono garantista anche io ma sto dalla parte delle Vittime.
Per alcuni editorialisti, spesso sembra che il problema di questa terra sia chi parla e denuncia il problema e non il problema in quanto tale. Tu che dici?
Sono per la libertà di pensiero.
Secondo Ilario Ammendolia, il giudice Gratteri rappresenta, seppur a sua insaputa, uno strumento utilizzato da un sistema da lui definito “il marchingegno”, che tende a trasformare la questione sociale del Sud in mera questione criminale. Qual è il tuo pensiero a proposito?
Ho una grande stima per il Dott. Gratteri.
Sempre Ammendolia, in una intervista rilasciata pochi giorni fa, sostiene che “dopo 30 anni di questa antimafia (quella di Gratteri ndr) la ‘ndrangheta, che era un fenomeno marginale e confinato ad alcuni paesi, è diventato un fenomeno molto diffuso”. Quindi se la ‘ndrangheta è forte la colpa è dell’antindrangheta. Tesi bizzarra, non trovi?
Non ho letto questa intervista, se questo è il pensiero di Ammendolia, il mio è completamente opposto, nel senso che sto dalla parte di Gratteri. Ribadisco, però, che sono per la libertà di pensiero.