Dalla Valle D’Aosta alla Calabria… Restiamo umani!
Riceviamo e pubblichiamo:
Dalla Valle d’Aosta alla Calabria… restiamo umani (Vittorio Arrigoni)
-I Comuni della Locride rappresentano e presentano progetti di accoglienza virtuosi e modelli pilota con i richiedenti asilo.
-Agli operatori, volontari, amministratori che in tutta Italia gestiscono l’accoglienza si lascia il difficile compito di lavorare e mettere in campo ogni strumento per evitare la trasformazione del nostro Paese in un territorio dove il razzismo pare imperversare insieme all’odio.
Nonostante la pesante campagna in atto (richiedenti asilo presentati come “invasori” e beneficiari di privilegi in contrapposizione con gli italiani in difficoltà), il nostro Paese continua a vivere un vero miracolo ed essere garantito da un civile rapporto di convivenza. Un territorio tutto sommato tranquillo grazie agli sforzi e alla messa in atto di buone pratiche sociali di tanti operatori, volontari e amministratori di Comuni che stanno traghettando verso il futuro un Paese sempre più multietnico.
Continuano gli sbarchi e l’emergenza sulle nostre coste. Persone costrette a lasciare il loro Paese diventano “richiedenti asilo”.
Continuano le strumentalizzazioni e le polemiche sul lavoro di cooperative e associazioni direttamente impegnate su questi progetti.
Alcuni grossi scandali di corruzione e malaffare stanno di fatto coprendo l’importante lavoro che centinaia di operatori e volontari stanno facendo. Esempi di progetti virtuosi che di fatto stanno reggendo l’impatto di questa emergenza. Operatori che si fanno carico dei tanti problemi che comporta questo tipo di assistenza, spesso supplendo alle carenze e ai ritardi delle Prefetture e del Ministero.
Operatori e amministratori che in totale solitudine si inventano strumenti non solo lavorativi, ma veri percorsi culturali di integrazione e mediazione in un clima sempre più difficile e ostile.
Tuttavia esistono dei presidi “umani” (restiamo umani) progetti di accoglienza in grado di coinvolgere scuole, associazioni, nuclei famigliari per favorire la conoscenza di queste persone sbarcate sulle nostre coste.
Nessuno nasconde le difficoltà che pure ci sono nel cercare di creare nuovi rapporti di conoscenza e civile convivenza fra persone con storia e cultura in alcuni casi molto diversi fra loro, tuttavia è l’unica strada che si può percorrere per cercare di governare un processo di cambiamenti epocali inarrestabili che stiamo vivendo.
Ci preme segnalare, fra i tanti, alcuni Comuni che hanno saputo invertire la logica della “criminalizzazione dell’immigrato” trasformando in positivo, in opportunità, quello che altri vedono come un problema: Riace, Gioiosa Ionica, Caulonia, Stignano
-Borghi di piccoli centri –precedentemente abbandonati per il fenomeno di emigrazione italiana- sono rinati grazie alla presenza degli immigrati
-Servizi quali scuola, presidio sanitario, trasporti sono stati salvati grazie all’aumento della popolazione
-L’economia locale è ripartita con l’apertura di nuove botteghe
-I progetti di accoglienza hanno portato anche lavoro e reddito per ragazzi che diversamente non avrebbero trovato occupazione
Un esempio importante viene dalla Locride, in provincia di Reggio Calabria, uno dei territori più poveri d’Italia, nota alle cronache per l’infiltrazione ‘ndranghetista, con progetti di accoglienza pilota, assolutamente virtuosi.
La Rete dei Comuni Solidali da molti anni collabora e supporta questi e altri Comuni che si fanno carico dell’accoglienza ai richiedenti asilo
Recosol vuole segnalare questi progetti positivi per permettere una comunicazione e quadro d’insieme più rispondete alla realtà che stiamo vivendo.
ReCoSol-Rete dei Comuni Solidali www.comunisolidali.org è un’associazione di Enti locali che oggi conta quasi trecento adesioni su tutto il territorio nazionale. Nata per promuovere la cooperazione decentrata (sono molti i progetti che continuano nel Niger Mali, Burkina, Perù, ecc), nel tempo si è impegnata in Italia sul tema dell’accoglienza migranti affiancando e sostenendo progetti solidali. Ha fondato due festival cinematografici sul tema della migrazione a Riace e a Lampedusa e fa parte della Rete del Caffè Sospeso.
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