Dario Zigiotto e la solidarietà dal Concerto del Primo Maggio

Dario Zigiotto e la solidarietà dal Concerto del Primo Maggio

1 Maggio 2015 – Roma – Piazza S. Giovanni.
Alle due e mezzo del pomeriggio, dietro il palco del “concertone”, c’è un frenetico via vai di tecnici, artisti, presentatori, operatori delle televisioni, fotografi, cameramen, giornalisti, croce Rossa, Protezione Civile, personale di supporto… che fanno lo slalom fra diverse transenne messe lì per obbligarti a fare percorsi prestabiliti… Beh! C’è un sistema di sicurezza che smista quelli col lasciapassare verde, quelli con quello arancione, grigio ecc. ecc. Di certo c’è che hanno tutti fretta, manca poco all’inizio del concerto e ognuno deve ancora fare qualcosa.
Finalmente, a pochi minuti dall’inizio della musica, proprio alle spalle del palco (che da questo lato è nero) riesco a parlare con Dario Zigiotto interrompendo per pochi minuti il suo andirivieni.

foto 1 interna

Capendo che aveva da fare, gli ho fatto subito la domanda veloce e secca dimostrandogli che, da parte mia, non c’era nessuna intenzione di fargli perdere tempo, e lui è passato istantaneamente alla risposta (consapevole che avevamo già risparmiato il tempo dei convenevoli). La mia domanda è stata di una sola parola: la parola-chiave di questa venticinquesima edizione della festa dei lavoratori: “solidarietà?”.
Lui: “La solidarietà è un mondo, un universo…”
Oggi come non mai, in un mondo con forti squilibri fra chi ha il lavoro e chi non ce l’ha, chi attraversa il mare su barconi traballanti per sperare in un futuro accettabile fuggendo dalla fame, dalle guerre, dalle tirannie, c’è un grande bisogno di solidarietà.

foto 2 interna

Il concerto del primo maggio, arricchito di tre nuove realtà musicali che hanno superato la selezione fra 681 nuove proposte, attraverso la sua buona musica che, col suo potere di aggregazione, ne fa “l’anticamera della solidarietà”, quest’anno ha deciso di promuoverla a livello culturale: “Solidarietà non significa fare beneficienza come abbiamo fatto negli anni passati sbagliando, ma solidarietà è un universo che contiene i diritti, è comunità. Dobbiamo intendere la solidarietà come una componente della nostra cultura”.
Sono certo che vivere la solidarietà come interpretazione della vita sia l’unica chiave d’ingresso per aprire un mondo migliore, dove l’individuo trova la sua giusta e positiva collocazione nella dimensione più grande che ci contiene tutti e da essa ricava significato solo quando c’è! Mentre la difesa del proprio orto, l’egoismo del possesso, è desertificazione dell’anima.

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