Inaugurata la nuova sede ReCoSol
In questi giorni, passando davanti alla sede Re.Co.Sol, avrete sicuramente notato un paio di persone lavorare ad un murales. Inizialmente era solo una bozza, un pasticcio di colori da cui ha preso forma, in seguito, un uomo di colore che tiene in braccio un bambino. Perché se fino a prima quella struttura gialla con le ringhiere rosse non aveva una chiara identità, oggi l’ha finalmente acquistata. E’ la sede dello Sprar, progetto ormai presente sul territorio gioiosano da un anno e mezzo, che a piccoli passi, cresce. Ieri pomeriggio intorno alle ore 17:00 l’inaugurazione ufficiale della sede, con la presenza del coordinatore del progetto Giovanni Maiolo, il sindaco Salvatore Fuda, il vicesindaco Maurizio Zavaglia, Chiara Sasso, membro del coordinamento nazionale di ReCoSol, Lorenzo Sola, rappresentante legale della Rete dei Comuni Solidali e cari amici che ci affiancano e ci sostengono: Vincenzo Logozzo e Luciano Linares con le loro inseparabili videocamera e fotocamera, il cantautore Fabio Macagnino e tanti altri, che gioiscono, insieme a noi, della crescita del progetto.
E proprio a Lorenzo Sola abbiamo voluto porre qualche domanda. Lui e Chiara Sasso seguono il progetto da Carmagnola, vigilando dal Nord Italia. Chiedo a Lorenzo, che si pone in modo gentile e mi invita subito a dargli del tu, se si trova d’accordo con me nell’affermare che seguire un progetto da lontano è un po’ come mandare un figlio all’università: lo lasci da solo, in totale autonomia e devi, in un modo o nell’altro, fidarti. Chiedo a Lorenzo se ha vissuto un po’ l’apprensione di un “papà” e mi risponde che su Giovani Maiolo era stata investita totale fiducia e che non sono rimasti affatto delusi. Anzi, mi spiega che Giovanni Maiolo viene spesso interpellato per confronti diretti e sostegno ad altri progetti. “Ho proprio paura che arriveremo al punto in cui l’allievo supererà il maestro”, mi confida ridendo Lorenzo Sola, che dimostra profonda stima di questo giovane che conobbe anni addietro durante la cooperazione internazionale in Perù con le bambine indigene.
A Chiara Sasso, invece, l’onore di sfilare il nodo che copre il murales. Come un sipario affacciato sul paese, ecco che questa piccola opera d’arte si mostra ufficialmente.
Ma torniamo alla sede Re.Co.Sol. Come la zucca di una famosa fiaba, la struttura si è visibilmente trasformata. Il merito non è però della bacchetta magica di alcuna fata, ma del sudore degli operatori che hanno lavorato ininterrottamente per renderla come ieri in molti l’hanno vista.
Accogliente nei colori, ospitale grazie ai sorrisi raffigurati nelle innumerevoli foto appese alle pareti. Le bandiere dei vari stati dell’Africa e non, che rappresentano le varie provenienze dei migranti, fanno da cornice all’aula in cui tutti i giorni si svolgono le lezioni di italiano. E una sala computer tutta nuova, un internet point che mancava sul territorio gioiosano e che, svolti i passaggi burocratici, sarà messa a disposizione di chiunque ne abbia bisogno.
Subito dopo il taglio del nastro rosso, si stappa lo spumante per buon augurio. Sì, ci auguriamo che questa sia solo una delle tante soddisfazioni di cui il progetto possa andare fiero.
Ad maiora, semper.