Ci sarebbe un secondo barcone. Migranti trasferiti a Focà.
Erano le 3 di stanotte quando una ex barca da pesca, poi tramutata in barca da turismo e infine in barcone della speranza, si è arenata sulla spiaggia di Caulonia.
209 migranti tra cui molte donne e dieci bambini sono scesi ed hanno subito acceso dei fuochi per riscaldarsi. Ce ne sono molti di piccoli fuochi disseminati intorno all’imbarcazione. L’ipotermia ha comunque colpito almeno 3 persone che si trovano all’ospedale di Locri. Tra di loro una donna.
Una volta individuati sono stati accompagnati al mercato coperto di Caulonia marina dove stamattina c’è un grande via vai di forze dell’ordine e di volontari.
Alcuni migranti timorosamente escono per scaldarsi al bel sole di oggi. La polizia ha allestito due punti per prendere le impronte digitali e fare il foto segnalamento. In questo modo si evita di trasportarli in commissariato a Siderno allungando i tempi.
Pare si tratti di sudanesi e di eritrei. Tra di loro tre egiziani, qualcuno insinua il sospetto che possano essere i presunti scafisti, ma è tutto da verificare.
I migranti sono stati rifocillati dalla Prefettura e dalla cooperativa Pathos, presente al gran completo col proprio personale, mediatori compresi, fondamentali in queste situazioni per supportare le forze di polizia, sprovviste di interpreti.
C’è Ilario Ammendolia, ex sindaco, quello che ha avviato le politiche dell’accoglienza a Caulonia, sulla scia di Domenico Lucano a Riace. Ha portato le uova di Pasqua ai bambini. Ci sono anche gli assessori Cavallo, Cagliuso e Belcastro, indaffaratissimi prima a cercare 209 pasti e poi a trovare degli autobus per trasferire una parte dei migranti nella scuola di Focà. Il mercato coperto è troppo piccoli per contenerli tutti e non ha servizi igienici adeguati. “Caulonia dimostra quotidianamente il proprio senso di solidarietà” affermano.
I migranti, provati, dicono di avere viaggiato per 7 giorni e di essere partiti dalla Libia. Ma qualcuno di loro sostiene di essere partito dall’Egitto.
Sulla spiaggia intorno all’imbarcazione sono rimasti i segni del viaggio, scarpe, vestiti, zaini, delle copie del corano abbandonate rispettosamente.
E le forze dell’ordine ci confidano che ci sarebbe una seconda imbarcazione in arrivo, nonostante le condizioni del mare siano peggiorate.