Caulonia: il consiglio discute di accoglienza
Si è svolta il 20 aprile, presso la sala consiliare del Comune di Caulonia, la seduta del Consiglio comunale avente come punto all’ ordine del giorno l’ “Accoglienza profughi sul territorio comunale: esame proposta e determinazioni”.
La seduta si è aperta con la richiesta da parte del Presidente del Consiglio comunale, il Dott. Domenico Lia, di dedicare un minuto di raccoglimento alla commemorazione delle vittime del naufragio avvenuto il 19 aprile nel canale di Sicilia. Un viaggio di speranza che si è nuovamente trasformato in un viaggio verso la morte per centinaia di migranti.
<< Un evento che rappresenta una delle più grandi tragedie del Mediterraneo >>, come ha sottolineato l’ Assessore Caterina Belcastro, << non si può rimanere insensibili di fronte al dolore di intere popolazioni che fuggono dai loro paesi dove ci sono guerre civili, guerre religiose, persecuzioni, fame e povertà. Accogliere è un dovere morale, un obbligo umanitario ma anche un caposaldo di civiltà. L’ atteggiamento giusto è quello della solidarietà. L’ accoglienza è un valore da praticare sempre, oltre che un obbligo giuridico imposto dalla Convenzione di Ginevra e imposto dall’ art. 10 della nostra Costituzione”. In seguito, la Belcastro, ha ribadito che Caulonia si occupa della seconda accoglienza ma che l’ obiettivo della seduta è stato proprio quello di individuare una struttura da adibire alla “prima accoglienza”, cosa per la quale è stato conferito relativo mandato al Sindaco e alla giunta comunale.
Molti i presenti e gli interventi. A partire da quelli dei rappresentati religiosi. Don Fabrizio Cotardo, parroco di Caulonia, ha manifestato il proprio rammarico per alcuni commenti, espressi attraverso le pagine del social network Facebook, in merito alle vittime del naufragio, come: << quello che non fa la politica lo fa la natura >>. Ha poi rivolto un invito a voler recuperare quell’ umanità che ormai si sta perdendo ed ha concluso lanciando una provocazione: << se queste persone dovessero venire da altri paesi come Francia, Spagna o Germania, avremmo lo stesso atteggiamento? >>.
Don Donato Ameduri, parroco di Caulonia Marina, ha sottolineato che l’ accoglienza è un dovere e che come Chiesa la proposta è quella di << un umanesimo che vuole realizzare un nuovo ordinamento sociale, economico e politico che pone al centro la persona umana. Ciò deve essere attuato con la pace, la giustizia e la solidarietà. Se non siamo capaci di fare accoglienza, se esistono ancora dei pregiudizi negativi significa che dobbiamo fare dei passi avanti nell’ aspetto educativo, nell’ aspetto culturale >>. Quello di Don Donato è stato un invito a riflettere, non solo come cristiani ma anche come uomini, sui valori morali e sociali.
Pino Imperitura, pastore della Chiesa Evangelica della Riconciliazione, ha ricordato ai presenti l’ istituzione del progetto mensa “Date voi da mangiare”, avviato lo scorso anno, al quale contribuiscono la Protezione civile, la Lados e la generosità di tanti commercianti del luogo. Grazie a tale progetto è possibile offrire, non solo agli stranieri ma anche ai cittadini del comprensorio, un pasto caldo almeno una volta alla settimana. Ha definito l’ incontro di ieri come << un momento di confronto e superamento di diffidenze e situazioni di rifiuto dovute alla crisi economica che sta attraversando il nostro Paese e agli echi degli atti terroristici di cui veniamo giornalmente informati >>. Ha invitato tutti al rispetto evidenziando come nella Bibbia ci sia scritto che anche Gesù fu uno straniero.
Vincenzo Linarello, Presidente della Goel, ha avanzato due proposte: un gemellaggio con uno dei territori di origine dei soggetti presenti nel progetto di accoglienza, e in questo senso la Goel potrebbe dare il proprio appoggio in quanto membro di Focsiv (Federazione Italiana degli Organismi Cristiani Servizio Internazionale Volontario) di cui fanno parte le organizzazioni non governative che operano nei paesi di origine dei migranti accolti nei progetti; e creare un comitato tecnico per l’ accoglienza composto da tutte le realtà di Caulonia in modo che di fronte ad un’ emergenza i vari referenti possano ragionare insieme sulla situazione e creare un piano organizzativo che dia velocemente delle risposte. Ciò potrebbe aiutare a non essere colti di sorpresa.
E’ seguito un intervento da parte di due ragazzi stranieri che, conclusa la loro permanenza all’ interno del progetto di accoglienza, hanno deciso di stabilirsi definitavamente a Caulonia. Entrambi hanno affermato di sentirsi cauloniesi ed hanno definito la gente di Caulonia “meravigliosa”.
L’ intervento di Maria Paola Sorace, Presidente della Cooperativa Pathos, è iniziato con la lettura di una nota inviata dalla Direttrice dello SPRAR, Daniela Di Capua, sulla strage del 19 aprile in cui ha invitato a far sì che “vengano garantite una protezione sicura, un’ accoglienza rispettosa ed una speranza di vita dignitosa”. Ha poi risposto, a quanti sentenziano che l’ integrazione è assente a Caulonia, che in questo tipo di progetti non viene fatta integrazione e non sarebbe possibile farla: << per la permanenza temporanea dei beneficiari, da sei mesi ad un massimo di un anno; per l’ approccio del beneficiario ai progetti, in quanto gli immigrati non scelgono personalmente di venire a Caulonia e quindi il loro scopo principale è di ottenere il permesso di soggiorno e andare via >>. Il progetto può solo garantire << i servizi di assistenza sanitaria, il disbrigo delle pratiche per il permesso di soggiorno, corsi di alfabetizzazione >> ma concluso questo percorso la maggior parte di loro decide di abbandonare la nostra terra. Invece, quelli che decidono di rimanere sono perfettamente integrati nel nostro tessuto sociale.
Il Vicepresidente della Protezione Civile di Caulonia Marina, Antonella Ierace, ha ringraziato tutti i volontari per l’ impegno quotidianamente profuso e per la loro assoluta disponibilità ad intervenire in qualsiasi momento in caso di bisogno. Ha chiarito che << è importante dare un’ accoglianza dignitosa. Tutti hanno il diritto di essere trattati alla stesso modo, qualsiasi sia il paese di provenienza. Ma per far questo servono mezzi e tutto il necessario >>.
Pino Fuda ha dichiarato di aver più volte in passato proposto l’ edificazione di una struttura, quando ancora non sussistevano le problematiche relative alla prima accoglienza, ma che le sue richieste non sono mai state prese in considerazione. << Possiamo dare una risposta all’ accoglienza ma ciò significa anche fare la prima accoglienza. Il Comune si deve attrezzare nel più breve tempo possibile non è più prorogabile >>.
E’ seguito l’ intervento del Consigliere di minoranza, Attilio Tucci, il quale ha espresso la sua mortificazione per la totale assenza da parte della comunità cauloniese al conferimento della cittadinanza onoraria ai due giovani nati a Caulonia, momento in cui l’ Amministrazione comunale ha sfidato lo Stato che non voleva riconoscergliela. Ha poi ribadito la necessità di << costruire un documento con l’ opposizione consigliare, un documento che sia di rilancio del progetto. Il progetto è in crisi, non funziona perché è distante dalla gente. Dobbiamo essere coscienti e capire che le condizioni socioeconomiche del momento non permettono molta fantasia al cittadino comune che non sa come arrivare alla fine del mese per sfamare i propri figli >>. Ha successivamente proposto di rendere la gente parte attiva del progetto attraverso un coinvolgimento diretto.
Per il Consigliere di minoranza Domenico Campisi : << Il progetto di accoglienza a Caulonia è intriso di ipocrisia. E’ nato per caso perché il Sindaco di Riace, che lo aveva cominciato otto prima della sua attività politica, aveva urgenza di sistemare quattrocento persone e si è rivolto al Sindaco di Caulonia che ha avuto la prontezza di cogliere questa “opportunità”. E’ stato un progetto di improvvisazione. Siamo tutti a favore di un’ accoglienza ma reale e senza demagogia >>.
L’ Assessore Francesco Cagliuso, non ha voluto cogliere le puntuali provocazioni della minoranza invitando invece tutti a tenere bene impressa nella mente la bella cornice emersa dalle testimonianze rese ad inizio serata da tutte le realtà associative cauloniesi intervenute.
Il Sindaco Giovanni Riccio, in merito alle accuse di poca trasparenza rivolte all’ Amministrazione Comunale, ha risposto << che dietro questi progetti ci sono dei soldi, perché sono finanziati, e che il Comune di Caulonia ha scelto proprio per essere trasparente di ricorrere ai bandi e non all’ affidamento diretto, in modo che la gestione venga affidata sulla base delle competenze.