La strada dimenticata di San Nicola
Cresce l’esasperazione
Dirigendosi verso la frazione cauloniese di San Nicola, poco prima del ponte che conduce al piccolo centro abitato, si può assistere ad un tipico esempio di disinteresse da parte del mondo politico verso i propri cittadini.
La strada che costeggia l’argine del fiume Allaro si trova, ormai da molto tempo, in uno stato di totale abbandono.
Il muro di sostegno, costruito intorno agli anni novanta, non solo è stato pericolosamente situato in mezzo al letto del fiume ma risulta privo di fondamenta. Il materiale utilizzato sembrerebbe avere poco a che fare con il cemento dal momento che si sgretola come un «castello di sabbia». Basta, infatti, una leggera pioggerellina che tutto scivola via. Ma non c’è nessun problema perché puntualmente si rimedia all’ inconveniente mediante l’ arte del «rattoppo»: un po’ di massi ed il gioco è fatto!
Considerata la gravità della situazione sarebbero necessari interventi che rivestono una certa importanza e urgenza eppure dal 2010 pare che nessuno abbia preso in considerazione l’idea di realizzare dei lavori di messa in sicurezza. Le Istituzioni sembrano non solo ignorare la pericolosità della circostanza ma anche l’importanza vitale che questo tratto di strada riveste. Si tratta infatti del collegamento principale tra le frazioni di San Nicola, Pezzolo, Campoli, e quelle limitrofe del Comune di Nardo di Pace (VV), con la marina e Caulonia Superiore. Purtroppo queste piccole località sono prive di qualsiasi servizio per cui gli abitanti sono costretti a spostarsi per provvedere alle loro necessità. Inoltre, giornalmente vi transitano il pulmino comunale e gli autobus su cui viaggiano gli studenti, dal momento che mancano anche le scuole.
Il traffico in questo punto, poi, aumenta sensibilmente durante il periodo estivo quando l’antico eremo di Sant’Ilarione abate e le splendide cascate di San Nicola diventano meta di turisti che spesso, constatando lo stato di fatto, hanno espresso giudizi poco lusinghieri. Vane sono state le proteste degli abitanti presso le autorità competenti e la rabbia maturata è tanta. «Noi non esistiamo!» sbotta qualcuno, «E’ come se non facessimo parte di questo Comune. L’attenzione è rivolta solo ed esclusivamente al centro storico. Ma i nostri rappresentanti si chiedono cosa accadrebbe in caso di intense precipitazioni atmosferiche? Perché deve sempre succedere qualcosa prima che qualcuno si decida ad intervenire?>>.
Ci auspichiamo che al più presto qualcuno se ne occupi in maniera risolutiva ma se così non dovesse essere suggeriamo agli abitanti della zona di munirsi di barca a remi o di pregare affinché Mosè intervenga per spartire nuovamente le acque.
(In collaborazione con Alfredo Piscioneri)