Il feudalesimo dell’industria

Il feudalesimo dell’industria

Di Francesco Violi

Per secoli dopo la caduta dell’Impero Romano d’Occidente 476 d.C. e l’ingresso, stabilito dai posteri, nel  Medioevo i nostri territori hanno attraversato periodi in cui sono stati divisi e spartiti  tra potenze straniere, vicissitudini e guerre che hanno attraversato 1500 anni di storia fino ai giorni nostri. Il modo di governare il territorio è noto dalla storia, anche se quella studiata a scuola si interessa di vicende globali, di scorribande di invasori di avventurieri di lotte e di guerre intestine tra fazioni; si interessa poco del invece del tessuto economico e della vita delle classi sociali più deboli, contadini e artigiani erano poco più che servitori dei castellani, accondiscendenti quasi sempre con gli invasori,  che accumulavano ricchezze mentre lasciavano loro le briciole. Ciò nonostante sono secoli in cui anche con il contributo discutibile della chiesa sono fiorite le città d’arte e i monumenti che rendono  notevole  da questo punto di vista l’importanza del nostro paese nel mondo. E’ vero che molti tra chiese e  palazzi sono state costruiti spogliando le vestigia dell’Impero Romano e le opere  d’arte prodotte  imitando quelle dei Romani,  che a sua volta le avevano copiato dai Greci… Ma questa è un’altra storia. La maggior parte della gente non aveva accesso alle città , viveva nelle campagne, era analfabeta e aveva l’unico scopo di riempire la pancia e sopravvivere alle malattie e alle epidemie che si abbattevano periodicamente decimando altissime percentuali di popolazione. La medicina è stata praticata   per millenni in modo empirico con pratiche si basavano sull’esperienza più che ad un rigore scientifico e sistematico. Talvolta le pratiche degli anziani che usavano rimedi naturali erano efficaci, molte volte peggioravano la situazione. La medicina in senso moderno nasce forse con Edward Jenner  che nel 1796 fece i primi esperimenti per combattere il vaiolo con i “ vaccini”. La sua opera è continuata con Luis Pasteur e altri scienziati del 1800 che hanno combattuto la rabbia e altre malattie infettive. La battaglia contro le malattie è proseguita negli anni del 900’, citiamo soltanto l’opera di Alexander Fleming con la scoperta della penicillina  che ha aperto la strada agli antibiotici che hanno dato un notevole contributo per combattere le infezioni. Ma lo scopo di questa sintesi storica troppo riduttiva non ha  alcuna pretesa di completezza che lasciamo agli storici di professione;  non è del resto lo scopo di questo articolo. Lo scopo invece è di sottolineare la condizione millenaria della popolazione specie quella del sud, per lo più contadini  che non hanno avuto benefici dal progresso, non son  accorti delle guerre di indipendenza che hanno portato alla nascita della Nazione non sono accorti delle disgrazie delle  guerre mondiali del secolo scorso se non per il contributo di sangue e le carestie che hanno dovuto subire, e nemmeno dell’avvento della democrazia che non ha portato alcun cambiamento alla loro condizione. Hanno solo “cambiato padrone” prima ( fino al ‘700) la terra era divisa in feudi con a capo un nobile che viveva in un castello con attorno un villaggio, poi le terre sono state suddivise tra “signorotti” che non avevano alcun titolo se non quello di proprietà delle terre e delle case dei coloni. La popolazione si è sparsa nelle contrade prive di servizi, di strade, soggetta ai capricci del tempo e alle pretese dei signorotti, costretta a lavorare con mezzi rudimentali. La popolazione ha reagito, ovviamente, con la prima ondata di migrazione verso le Americhe nei primi anni del 900’, seguita da una seconda dopo la seconda guerra mondiale. La pretesa dei “padroni” di mantenere , le stesse condizioni delle terre come erano state per secoli non è sparita per legge, è semplicemente svanita perché i lavoratori sono andati via dalle campagne cercando fortuna altrove, lasciando le terre incolte e incustodite. Sono andati a lavorare nell’industria in pieno sviluppo  nel nord, quindi in  America e negli altri paesi europei. Pochi sono tornati, con i soldi guadagnati, a comprare e coltivare in modo moderno le terre che avevano lasciato.

Non vogliamo fare la storia nota degli ultimi settant’anni in cui la nostra nazione, pur  tra mille problemi sociali ed economici, ha vissuto una stagione di pace e prosperità, almeno nel suo territorio. Lo sviluppo è stato trainato principalmente dalle fonti di energia fossile, di cui la nostra nazione non è produttrice ma che  ama  molto, come una droga, e si è sforzata di sfruttare con grande dispendio di denaro.  Adesso le cose stanno cambiando, i paesi occidentali non sono al centro dello sviluppo, lo sviluppo si è spostato verso oriente, verso paesi come la Cina, che hanno copiato le macchine che le nostre industrie, per sfruttare la manodopera a basso costo,   hanno inviato loro, migliorandole e sono  di fatto diventati  il nuovo  motore dell’economia. Prima hanno sviluppato l’industria elettronica poi quella tessile poi  l’industria meccanica che credevamo fosse nostra e intoccabile. I nostri industriali non si sono adeguati, non vogliono abbandonare i combustibili fossili che stanno portando verso il disastro con siccità e alluvioni, a causa dei cambiamenti climatici. Il governo in crisi per scelte azzardate in questi due anni di governo, cerca di risparmiare con la nuova manovra finanziaria, sulla scuola con tagli di personale, sulla sanità pubblica, in cui manca personale che non viene sostituito perché  sottopagato e preferisce altre strade, ma soprattutto sulla transizione energetica dove il taglio di 4,6 miliardi di euro non consentirà alla nostra industria di investire per  sostituire la produzione di motori termici con motori elettrici, (con fonti primarie  idrogeno o batterie). I nostri industriali continueranno a saldare marmitte e a montare iniettori sui roboanti motori a pistoni che fra dieci anni nessuno monterà più  sulle macchine nuove. I consumatori, non comprano più auto perché hanno un costo relativamente elevato ma anche perché sono confusi, la produzione europea è scarsa soprattutto come varietà di modelli mentre siamo invasi da auto cinesi che giacciono al sole, bloccando le banchine dei porti, tutte uguali, tecnologiche, ma discutibili per quanto riguarda la meccanica e l’autonomia. La Comunità Europea ha cercato di porre un argine a tale invasione ponendo dazi sulle importazioni che non porteranno alcun beneficio ai consumatori anzi si sta rivelando un bumerang  per le nostre esportazioni di prodotti diversi. Cercano di indirizzare i consumatori verso auto ibride a benzina che ancora vengono prodotte in qualche industria ma senza risultati; l’industria dell’auto, in Italia,  quasi esclusivamente in mano alla sola famiglia Elkann, è in una fase di stallo se non di dismissione. Vende solo la pandina ibrida che monta una batteria di 0,1 Kwh con un motore elettrico 12 v che affianca un normale motore a benzina. È esattamente l’energia della batteria del trapano avvitatore, bisogna chiedere ad J. Elkann se con essa riesce a fare una manovra di parcheggio in elettrico!   Intanto litiga con quel reazionario del presidente di Confindustria, Emanuele Orsini, privo di idee e strategie innovative,  legato alle lobby delle fonti del fossile, ad esponenti della Lega e ad industriali senza futuro. L’industria italiana sta affondando dismessa non tanto per la debolezza economica dei nostri industriali ma perché  ostinati e  nostalgici, sta svanendo come  è svanito il latifondo nel sud degli anni 50 del ‘900!  Rimarrà  un’ archeologia industriale e qualche museo per  chi vive dei ricordi delle vecchie glorie.

Ma la compagine governativa cosa sta facendo per rimediare? E’ impegnata ad attaccare i Giudici che applicano le leggi e impediscono la deportazione dei migranti verso la l’hot spot in Albania. Vorrei ricordare che questa non p… ehm,  azione incostituzionale e contro i diritti dei richiedenti asilo, non era nel programma di governo. Ultimamente è toccato ad una giudice di Bologna che ha scelto di non pronunciarsi e ad affidarsi alla corte europea dei diritti umani. Sperava di cavarsela e di non essere attaccata, sperava ma la Premier e altri esponenti della destra l’hanno pesantemente additata come politicizzata, ribadendo che in Italia “comandano loro” non i giudici, comandano appunto, non governano! Loro, Lega in testa,   lavorano per la sicurezza:  combattono contro i migranti, mentre la sicurezza, specie quella informatica della quale non si occupano,  fa acqua da tutte le parti. E non è tanto il controllo dei conti personali a preoccupare ma la della segretezza della Difesa dove infiltrati, per denaro, hanno violato le banche dati. Al soldo di chi? È in atto una guerra mondiale ibrida che forse precede una guerra con le armi nel tentativo, ormai palese,  di governi canaglia come quello dell’Iran e della Russia  di estendere la loro egemonia dittatoriale a tutto l’occidente, complice l’assenza di leader carismatici e il declino delle nostre economie  mentre loro si affidano a quelle, ancora in  espansione, di India e Cina, paesi loro amici ma forse non troppo. 

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