“Separati in casa” – La riflessione del Prof. Violi sulle divisioni interne della Regione Calabria

“Separati in casa” – La riflessione del Prof. Violi sulle divisioni interne della Regione Calabria

Riceviamo e pubblichiamo

Separati in casa.
Non seguo mai il telegiornale della Calabria e i programmi regionali: per ascoltare notizie che riguardano il nostro territorio della provincia di Reggio è meglio seguire le notizie sui  telegiornali nazionali o sui quotidiani; il telegiornale della Calabria si limita alla provincia di Cosenza, talvolta sconfina in quella di Catanzaro ma nulla più, tranne quando  tratta di arresti per mafia. Lo chiamiamo tele-Cosenza infatti, per loro (i giornalisti) buona metà della Calabria non esiste, non val la pena di divulgare notizie, avvenimenti, eventi, specie se positivi. Ma i problemi non finiscono qui. Nel 2008 quando una crisi globale ha devastato il mondo occidentale e il settore dell’edilizia è stato uno dei più colpiti, a Cosenza si costruivano grattacieli, come se nulla fosse,  loro continuavano a fare affari, ma come si spiega questa resilienza? In effetti ( per rendere l’idea , anche se i numeri potrebbero essere leggermente diversi) l’80% circa di tutte le risorse destinate alla Calabria si fermano nella provincia di Cosenza, il 19 % raggiunge Crotone e Catanzaro, l’1% Reggio e Vibo.
Già i politici fanno il loro mestiere, vengono a chiedere voti anche nelle altre province, rigorosamente per i partiti di destra, perché in Calabria votare per la sinistra è scandaloso, ma una volta eletti coltivano il loro orticello e non si curano più dei bisogni degli altri, siamo troppo a sud, troppo lontani, meglio utilizzare la nostra terra come discarica di rifiuti tossici. Ovviamente non possiamo attribuire ai politici le azioni criminali dei mafiosi che hanno sparso sul territori e nei mari prospicienti veleni di ogni tipo, ma chi ha omesso i controlli qualche colpa la deve avere! Non è passato molto tempo da queste azioni criminose che risalgono agli anni 80-90, che sono apparse delle malattie sconosciute, attribuibili a cause ambientali, non ereditarie. Per dare l’idea nella zona Reggio- Melito si ha una prevalenza di leucemie, nella zona Melito- Bianco di tumori solidi e carcinomi, nella zona Bianco- Monasterace prevalgono leucemie e linfomi.

Anche nella Piana di Gioia Tauro si ha una grande incidenza di malattie incurabili, ma non conosco l’incidenza territoriale.  Per comprendere la netta differenza tra le malattie che si riscontra nelle varie zone bisognerebbe capire quali sostanze  hanno sotterrato o affondato nel mare, i criminali a scopo di lucro. Ma nessuno si è interessato, non esiste una mappa che segnala i pericoli ambientali, non esiste uno studio per capire come queste sostanze, attraverso l’acqua, i cibi o direttamente, vengono a contatto con la popolazione.     
Ritornando alle differenze di trattamento tra le varie parti della regione, riprendo una notizia pubblicata dal Corriere della Calabria qualche giorno fa. Pare che i vertici delle ferrovie e i politici Cosentini abbiano fatto un accordo segreto per fare arrivare l’alta velocità a Cosenza. La citta dei Bruzi avrà il suo terminal  a binario morto come Roma e Firenze per cui i treni potranno raggiungere la città, senza cambi a Paola. Poi invertendo la rotta ritorneranno al Nord. Hanno in pratica tagliato fuori per capriccio campanilistico il resto della regione e la Sicilia che non avranno mai un collegamento veloce perché la ferrovia attuale non verrebbe ammodernata, anzi verrebbe percorsa solo da treni regionali.  Altro che ponte sullo Stretto . I nostri nipoti, se vorranno visitare le terre degli avi, dovranno scendere dal treno a Paola o a Praia a Mare, a secondo del percorso scelto dalle ferrovie, per proseguire su treni regionali per il sud poi, se devono raggiungere la costa  Ionica, dovranno cambiare mezzo un’altra volta per attraversare l’appennino. E’ comodo adesso, andare a Rosarno  o a Lamezia e prendere il treno veloce per il nord, che percorre un tratto, non velocissimo,  ma passabile di costa tirrenica.

Le cose dovranno peggiorare in futuro, per  la politica cieca ed egoistica e bigotta della classe dirigente regionale. Fra 30 anni di lavori,  rastrellando tutte le risorse, Cosenza avrà la sua ferrovia in mezzo alle montagne, mentre dal resto della Calabria,  ormai desertico e spopolato, i pochi abitanti rimasti dovranno arrivare là, se vorranno prendere un treno ad alta velocità per il Nord. Si parla di autonomia differenziata che divide la Nazione ma la Calabria è già divisa al suo interno, anzi lo è sempre stata fin da quando hanno istituito la regione. Cosenza non ha un’industria,  non si trova vicino al mare, ha un clima pessimo, vive solo con l’Università frequentata da studenti che non possono trasferirsi al nord per questione di costi, ma si erge ormai a capoluogo  mentre il resto della regione è abbandonato a se stesso e rimane privo di risorse per ammodernare le infrastrutture, strade e ferrovie  in primis, per non parlare delle strutture sanitarie.
E’ significativo seguire certi servizi in tv in cui si mettono in evidenza le prelibatezze regionali e i prodotti tipici. Si parla delle virtù del bergamotto come se la produzione si trovi in provincia di Cosenza, nessun accenno alle zone di origine. Hanno rubato tutto, anche la dignità, il sud della regione  rimarrà una discarica in cui le mafie potranno, tranquillamente,  fare i loro loschi affari mentre il territorio si trasforma in deserto, visto l’irreversibile disastro a cui ci stanno portando i cambiamenti climatici. A proposito non credo di vivere abbastanza per vedere realizzata la ferrovia di Cosenza, ma sicuramente entro cinque anni non rimarrà un solo albero intorno all’Aspromonte e la temperatura  media, in estate, supererà i 40°C, insomma vivrò abbastanza per vedere il Sahara prendere piede su questa altra sponda del Mediterraneo.

Prof. Francesco Violi

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