A Caulonia la presentazione del libro “La dimensione occulta”. L’intervista all’autore Benny Rullo Nonasky

A Caulonia la presentazione del libro “La dimensione occulta”. L’intervista all’autore Benny Rullo Nonasky

Le parole incrinano la leggerezza del cuscino.
Iniziamo questa intervista allo scrittore e poeta Benny Rullo Nonasky, con questo verso ripreso dal suo nuovo libro “La dimensione occulta” (Dialoghi Edizioni), che presenterà all’anfiteatro sul lungomare di Caulonia, il 6 agosto 2024. Il libro si occupa di vari temi come la guerra, la violenza sulle donne, ma si concentra principalmente su due argomenti fondamentali del nostro tempo: la condizione dei migranti e l’ambiente. Partendo dalla prima poesia del libro, Hippocampus Erectus, che introduce le tematiche esposte nel libro, il poeta si trasforma – come già descrive il titolo di questa poesia – in un Cavalluccio Marino, divenendo voce e azione dei disagi e fratture che avvelenano il mondo. Questa metamorfosi, questo connubio tra uomo e pesce, scaturisce dalla foto del fotografo Justin Hofman che nel 2019, mentre si trovava nelle acque inquinate vicino a Sumbawa Besar, sull’isola di Sumbawa in Indonesia, vede un piccolo Cavalluccio trascinare con la coda un cotton fioc rosa. Questa foto gli farà vincere il Wildlife Photographer of the Year 2019 ed è diventata una potente immagine di dolore e denuncia.

Perché proprio questa immagine?
Quando ho visto questa foto sono rimasto sconvolto dalla sua semplicità nel descrivere un problema così grande come può esserlo l’inquinamento marino: un cavalluccio che tiene con la coda un banale cotton fioc. Sicuramente l’avrà scambiato per un suo simile. È molto poetica come immagine. Soprattutto definisce perfettamente la violenza del nostro sistema economico verso la natura.

Sono passati sette anni dall’uscita dell’ultimo libro “La città delle mosche” (Gilgamesh Edizioni), totalmente dedicato alla società e cultura calabrese. Sette anni sono tanti. Come mai questo lungo tempo di silenzio?
Sì, sette anni sono molto tempo. Solitamente un progetto di questo tipo mi occupa due o tre anni. In effetti il lavoro per “La dimensione occulta” inizia proprio nel 2017, poco dopo l’uscita de “La città delle mosche. Già nel 2020 era pronto per uscire nelle librerie. Poi è arrivata la pandemia. E il Covid – uno dei periodi storici più complicati e folli della nostra epoca – e il successivo periodo di ricostruzione economica e sociale, non ha molto aiutato alla sua pubblicazione imminente. Però è stato utile per poter limare e sistemare le opere. Diciamo che è stato il mio libro più rimaneggiato. Molte poesie sono cambiate. Aggiunte e tagli. E ti assicuro che non è divertente. Avere sul groppone un libro, vederlo lì in una cartella; sapere che lui viene prima degli altri; ti guarda, ti chiede lasciarlo andare. E tu che lo cambi d’aspetto, elimini dei versi, aggiungi una nuova opera, eccetera. Così per sette anni! Ma alla fine eccolo qui. Da dire che, nel frattempo, ho iniziato a lavorare a nuovi progetti, compreso un nuovo libro che, posso tranquillamente anticipare su questo giornale, è dedicato totalmente all’ambiente – uno dei temi centrali per noi umani che viviamo in questo secolo.

Ok, grazie della novità! In questo libro i contenuti sono vari, compreso quello ambientale, e non mirati ad un unico tema come nel precedente. Come mai hai decido di prendere questa direzione? Centrano qualcosa i tuoi libri precedenti?
La decisione è stata abbastanza naturale. Questo libro è la conclusione di un ciclo. È la parte finale di un progetto stilistico e poetico che parte dal primo libro “Nelle trasparenze caotiche di nuvola perpetua”, vira sul secondo “Imàgenes Trasmundo” e si chiude con “La dimensione occulta”. Le tematiche nei tre libri sono molto simili. Cambia la forma stilistica delle poesie, che si evolve nell’evolversi del tempo e delle letture fatte in questi anni. È giusto dire che ogni libro ha degli esempi in altri autori del passato (la propria tradizione; “propria” intesa quella personale, tratta dai propri studi e piaceri) e una propria forma stilistica specifica. Se nel primo “Nelle trasparenze caotiche di nuvola perpetua” mi affido ai sonetti di Federico Garcia Lorca e allo stile libero di Neruda, in quest’ultimo c’è un nuovo livello che va verso la metrica alessandrina di Brodskij fino ai trimetrici giambici di Heaney. Naturalmente senza rime (elemento stilistico a me non congeniale). Ma come affermava Eliot (in “What is a Classic?”) ogni autore deve mantenere una sorta di equilibrio tra tradizione ed espressione personale, e, soprattutto, ogni opera deve esprimere in maniera completa le tematiche e i sentimenti della propria epoca. Comunque, per tornare alla questione tematica, in questo libro fanno la voce grossa la natura e gli animali. Ho sempre inserito nelle mie poesie elementi zoomorfi, ma in questo libro ci sono alcune poesie dedicate ad animali specifici che diventano tramite per discutere della questione riguardante il cambiamento climatico e la nostra società. Altre poesie sono dedicate alla questione dei migranti e di alcune guerre che si sono avvicendate negli ultimi dieci anni nel mondo.

Comunque, la Calabria è presente con la poesia “Canto meridionale”. Una poesia molto pesante nel suo grido di denuncia verso ogni tipo di degrado ambientale e sociale, e nella complicità omertosa del popolo calabrese. Leggendola, sembra una canzone dove il ritornello è composto dai cognomi delle famiglie ‘ndranghetiste e – nella parte finale – dal nome di alcune sue vittime. Tu chiedi al mare di “raccontarci”. Cos’hai voluto dire?
Comincio dicendo che io non sono un fatalista. Credo fermamente che tutto sia attribuibile alle azioni umane, comprese le conseguenze che ne derivano. Nessuna entità superiore o destino crudele. Come si suol dire “Noi siamo ciò che mangiamo”. E, metaforicamente, ciò che mangiamo siamo noi a procacciarcelo, con tutto ciò che questo comporta. Continuo dicendo che non poteva mai mancare una poesia sulla mia terra. È il mio luogo di nascita, dove sono cresciuto e dove ci sono state le mie prime esperienze di vita. Le mie prime lotte e le mie prime passioni. Il mio legame con la terra e il mare. I miei parenti e gli amici. Solo che non sono mai felice di questo luogo perché, quando ritorno, non vedo felicità sul volto delle persone né nel paesaggio circostante. Ed è giusto che io esprima questo disagio. Questa poesia prende consiglio dal grande poeta calabrese Franco Costabile e dalla sua poesia “Il canto dei nuovi migranti”. Come si vede stilisticamente è molto simile: versi brevi e ritmo serrato. Costabile in questa poesia descrive l’abbandono costretto del popolo calabrese per il lavoro o per poter esprimere un proprio parere diverso dal coro. Denunciando baroni e “gli uomini d’onore”. Prendo spunto da questi temi (perché è quello che succede, anche per esperienza personale): faccio i nomi e descrivo tutto quello che non va, il degrado che avanza proprio fino al mare (case, cadaveri, spazzatura, eccetera). Mi lamento e soffro, cercando sempre qualcosa di positivo anche nel vuoto più nero. E lui, il mare, ha questo ingrato compito di accumulare tutto questo dolore. Nel bene e nel male. E la sua voce sarà sempre lì, per le generazioni future. Sarà lui a ricordare ciò che siamo stati. Nel bene e nel male.

Per concludere, una curiosità: perché Durer in copertina? E perché “La dimensione occulta”?
Durer è un artista che ho sempre apprezzato. Quest’opera in copertina è uno studio di ala di ghiandaia europea. Lo trovo un dipinto davvero intenso e con dei colori splendidi. Inoltre, è inerente a un’opera che si trova nel libro, “Trittico ornitologico”, cioè tre poesie che narrano vicende riguardanti a tre specie uccelli (Martin Pescatore, Poiana e Barbagianni). Sono poesie personali, che spaziano in tre tempi separati: il Martin Pescatore è la mia vita adulta alla ricerca di un me in nuovo paese e in continua crescita; il Barbagianni narra di una storia vissuta in adolescenza; la Poiana sta invece in mezzo sia alle due poesie che al tempo tra me adolescente e me adulto. Narra di questo piccolo falco che scende dalla collina vicino casa mia in Calabria e che va verso il mare. È un predatore. Quando attraversa il cielo, tutto diventa silenzio e il suo grido sferza le nuvole e il vento. Ogni giorno così. Per un’estate intera. Ecco: questa è la congiunzione dei due tempi, del luogo e delle distanze. Dalla montagna al mare. Su e giù, per tutta la vita. Riguardo al titolo del libro, potrebbe sembrare una cosa esoterica o simile. Non è così. La dimensione è l’insieme delle cose, di ogni elemento di cui si compone ogni storia, ogni dimensione umana e animale. Le relazioni e i pensieri. Ma perché occulta? Occulto sta per nascosto, cioè non visibile agli occhi umani. Molto spesso noi non riusciamo e non vogliamo vedere le cose come stanno veramente. Tendiamo a nascondere alla vista fatti e vicende che non ci piacciono o non capiamo o alle quali pensiamo di non poter essere d’aiuto. Spesso tendiamo ad occultare la dimensione presente. Ecco tutto.

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