Editoriale: a Gioiosa tanta bella società, troppo poca politica

Editoriale: a Gioiosa tanta bella società, troppo poca politica

Sabato scorso, 4 Marzo, la presentazione dell’ultimo libro di Anna Rosa Macrì, volto noto del giornalismo televisivo calabrese. Domenica 5, invece, la sfilata dei carri allegorici per la conclusione del Carnevale della Valle del Torbido. Lunedì 6, al Teatro al Castello, l’incontro con il fondatore di LIBERA, Don Luigi Ciotti. Mercoledì 8, a Palazzo Amaduri, l’appuntamento di Recosol per la presentazione dei dati relativi al triennio 2014/2016 del Progetto SPRAR. Giovedì 9, sempre nel rinnovato Teatro al Castello, i “25 Monologhi per una donna”. Sabato prossimo, ecco la visita del regista Mimmo Calopresti ai nuovi “Bird Studios”. Sempre sabato 11, la commedia “Ti amo… o qualcosa del genere”, presso il Teatro Gioiosa. Domenica 12, il mercatino dell’artigianato ad animare la nuova Piazza Stazione. Mercoledì 15, all’Auditorium Comunale, la proiezione del docufilm “Senza fare un passo indietro. Storia di Rocco Gatto”.

Questa è Gioiosa Ionica. In meno di due settimane, la nostra cittadina diventa protagonista di un susseguirsi affastellato di eventi culturali, quasi una congerie, a dimostrazione oggettiva dello straordinario capitale sociale che anima la comunità gioiosana.

Associazioni e istituzioni locali, le più varie, che si impegnano nel contingente quotidiano senza clamori e talvolta anche senza riconoscimenti di sorta, che si radicano nel tessuto culturale gioiosano in virtù del loro fare e del loro intraprendere: non cogliere la ricchezza insita in questo patrimonio di volontà umana e di capacità organizzativa, non metterlo pienamente a valore, è un inesausto esercizio di spreco masochistico.

La società gioiosana quindi c’è, è spiegata in tutta la sua variopinta articolazione dinanzi alla nostra sensibilità e alla nostra capacità cognitiva: eppure, tutto questo non può bastare.

Tanta società che fermenta generosamente come il vino nuovo, troppo poca politica capace di riconnettere i nodi di una democrazia pienamente funzionante. Gioiosa Ionica, che pure ha indiscusse tradizioni di impegno pubblico e di partecipazione civica sedimentatesi nel corso di tanti decenni di storia, soffre di un deficit di Politica (con la maiuscola) che deprime inevitabilmente le gravide potenzialità di un’intera comunità.

Lo abbiamo già indicato in passato, giova ribadirlo in questa occasione. Non è direttamente sotto attacco la disponibilità o meno dei singoli cittadini ad iscriversi ad un partito o ad un movimento politico: nell’era della disillusione, nell’epoca del grande scollamento fra palazzo e cittadini, facile immaginare che anche a Gioiosa in pochissimi vogliano cimentarsi con la fatica della militanza quotidiana.

Tuttavìa, per quello che è stata e che è ancora oggi la vivacità espressiva della nostra cittadina, non avere alcuna organizzazione o infrastruttura politica realmente in essere, non avere alcuna sede di dibattitto pubblico fisiologicamente attiva, rappresenta un autentico problema soprattutto nella costruzione del nostro futuro.

La democrazia vive e si rafforza se vi è uno spazio autentico in cui metterla a regime, in un impegno progressivo che richiede consapevolezza di sè e strumenti di accesso politico. Quello che oggi, evidentemente, non c’è (al netto di un’amministrazione comunale che, opinione personale che rivendico, ben ha operato sulle urgenze immediate di Gioiosa). 

Se sono soltanto singole ed illuminate individualità a ragionare in termini politici (ovvero di un quadro generale che delinea lo sviluppo di una comunità, cosa ben diversa delle asfittiche ed egoistiche dinamiche di partito), ad essere revocata e dismessa è la più intima vocazione di impegno che può animare una democrazia locale.

Il nostro auspicio, quindi, è che al più presto la politica partecipata si riappropri, anche parzialmente, dei suoi spazi e dei suoi strumenti: immaginiamo partiti con una loro sede e un loro dibattito interno (a Gioiosa, oggi, vi è solo il PD: un’esistenza di etichetta, quasi formale, più che una reale presenza nella società), gruppi consiliari che sappiano andare oltre le schermaglie rituali dei consigli comunali (con maggioranze e minoranze in grado di esportare la propria azione anche nelle strade e nelle piazze gioiosane, un’azione coerente di mobilitazione e di informazione), contenitori politici che riportino a Gioiosa le grandi “issues”, le grandi questioni locali e nazionali (una “casa” per la sinistra e per la destra e anche per chi rifiuta i consueti appellattivi della politologìa, una “casa” che garantisca un respiro ampio, un pò come avvenuto con gli incontri pubblici dedicati alla riforma costituzionale).

Fra poco più di un anno, a Gioiosa si procederà con l’elezione del Sindaco e il rinnovo del consiglio comunale: sappiamo già dei primi movimenti in corso, delle ansie che attanagliano più di qualche aspirante politico gioiosano. Il tutto nel silenzio oligarchico delle mosse e dei passi, spesso terribilmente misurati, che hanno l’unico obiettivo di trovare candidati con oggettivo potenziale elettorale.

Qui sta il nodo fondamentale: la politica di una comunità così fervida e così produttiva come quella di Gioiosa Ionica può ridursi alla presentazione di meri accrocchi elettorali, di eterodirette liste civiche? Non meriteremmo, noi tutti, una democrazia più ampia e più plurale?

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