Pasquale Aiello sulla giunta Oliverio

Pasquale Aiello sulla giunta Oliverio

Riceviamo e pubblichiamo:

L’attuale giunta Oliverio marca PD alla guida della Calabria, in carica da due anni, Novembre 2014, avrebbe dovuto cambiare, secondo gli “scienziati politici” caserecci, le sorti di questa nostra terra. Tante promesse e tanti sogni erano nati da quella campagna elettorale…ma finora, noi comuni mortali non abbiamo registrato niente che potesse farci pensare ad una trasformazione delle nostre condizioni. Dal governatore solo report redatti espressamente per magnificare il proprio ego e in cui di nuovo, rispetto al passato, non c’è proprio nulla! Lo stato delle cose è quello che è sempre stato, come se fosse la continuazione di quello che avviene da sempre. Nessuno si sarebbe aspettato la risoluzione in un batter d’occhio di tutti i mali atavici di questa regione che, ahimè, grazie anche ad uno stato centrale sempre assente, si protraggono da decenni, però in due anni, un cenno di buona volontà politica, che facesse ben sperare, lo si pretendeva. Purtroppo le condizioni politiche, sociali e soprattutto economiche della nostra regione sono sotto gli occhi di chi vuol vedere. Tutti i dati degli osservatori indicano la Calabria come regione col più alto tasso di disoccupazione d’Europa, il lavoro è un illustre sconosciuto, la sanità, specialmente nella locride è ‘agonizzante’, l’istruzione latita, il turismo ha il fiatone e il connubio mafia-politica è sempre più saldo, in un sistema di immoralità e depravazione che la fa sempre più da padrona. Ovviamente, tutto ciò incide sulla qualità della vita e infatti siamo agli ultimi posti di tutte le graduatorie. Lo scandalo Rimborsopoli, in cui sono rimasti coinvolti alcuni consiglieri regionali e la vergognosa, infame e ignobile vicenda di ‘Calabria Verde’, società in house della regione che vede implicati dirigenti e politici corrotti fino al midollo, stanno là a dimostrare tutta l’inidoneità della classe politica calabrese. E allora? Bisogna smetterla con la demagogia politica, con annunci e proclami. E’ necessaria una inversione di tendenza. Bisogna sostenere fattivamente la crescita dell’occupazione per ridimensionare la grande evasione delle forze giovanili e anche di intere famiglie, magari investendo in prevenzione e sicurezza per il territorio con piani che vanno nella direzione del consolidamento e della resistenza  senza dover aspettare l’emergenza per poi sperperare denaro pubblico per le urgenze e favorire le imprese amiche o quelle che pagano di più per la risoluzione dei problemi. Bisogna attrezzarsi e spendere al meglio i fondi per le politiche sociali in modo che nessuno tra le fasce sociali più deboli si senta escluso o rimanga indietro. Occorre buon senso e amore per la propria terra e la propria gente, se si vuole amministrare in modo equo e trasparente senza prendersi in giro.

Oliverio a Grotteria - 1

Oliverio a Grotteria – 1

Insomma, nei prossimi tre anni, la squadra Oliverio dovrà dimostrare di non essere un circo, ma di avere qualità e capacità per governare la Calabria al meglio e porre, quantomeno, le basi affinchè la si possa tirare fuori dal pantano in cui è precipitata, altrimenti vuol dire che avremo impiegato altro tempo prezioso, altre risorse e altre energie in modo del tutto inutile e l’esperienza di Oliverio sarà memorizzata al pari delle altre se non peggio. Sarà anch’essa catalogata fra i fallimenti politici della Calabria come l’ennesima compagine che non ha saputo o voluto praticare la vera svolta per la rinascita di questa bellissima terra. Perché fino ad ora, senza dover attingere a sondaggi più o meno pilotati per decretare l’indice di apprezzamento e senza raccontare favole o sciorinare resoconti che esaltano uno pseudo-cambiamento, chiunque può capire, in modo del tutto obiettivo, che anche questo governo calabrese è stato totalmente insufficiente a livello politico e sterile per tutto ciò  che avrebbe dovuto essere il “Bene Sociale”, avendo di gran lunga disatteso le aspettative e soprattutto trascurato le linee dello stesso programma politico.           

Pasquale Aiello

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