Riace: devastata la mediateca dove si terrà l’assemblea del 30 dicembre

Riace: devastata la mediateca dove si terrà l’assemblea del 30 dicembre

Francesco Sorgiovanni Quotidiano del Sud RIACE – Devastata la mediateca comunale. La scorsa notte ignoti, dopo avere forzato uno degli ingressi, si sono introdotti nei locali di piazza Chiesa S. Spirito di Riace superiore e hanno fracassato i servizi igienici, suppellettili, tagliato i tubi dell’acqua e fatto allagare la grande sala. Poi hanno rovistato tra le carte e i documenti archiviati lasciandoli sul pavimento e resi inservibili in quanto rovinati dall’acqua. Un fatto inquietante se si pensa che esso rappresenta l’ennesimo tentativo di impaurire il sindaco Domenico Lucano. Da mesi è in corso a Riace un’azione costante di diffamare il primo cittadino, di gettare fango sul suo operato al Comune facendo sorgere sospetti. E i soliti ignoti dimostrano che sono capaci di tutto, che non si fermano a niente pur di condizionare l’attività di Lucano. Un’attività che ha portato senza alcun dubbio Riace alla rinascita. Un borgo che si era ridotto a poche anime, con le scuole che chiudevano e dove non esisteva più alcuna attività economica, ha ripreso vita da quando alla guida del Comune è arrivato Domenico Lucano.

lucano peppino lavorato

Dall’esperimento di accoglienza dei migranti si è arrivati ad un vero e proprio “modello”, guardato con interesse da tutto il mondo. Non si contano più le partecipazioni di Lucano in diverse parti del mondo, in università prestigiose, nelle più alte istituzioni, dove lo stesso porta con semplicità la sua esperienza, l’esperienza di un piccolo borgo della Calabria, dove l’accoglienza è vera integrazione e reale sviluppo. Solo per citare le cose avvenute nel corso di quest’anno, basta ricordare l’inserimento di Domenico Lucano tra i più grandi della terra, da parte della prestigiosa rivista americana “Fortune”. E poi, ancora, la partecipazione ad un incontro al Parlamento europeo, all’università di Cambridge, in Vaticano. Il credo di Lucano è l’accoglienza, che ha consentito, da quando è sindaco di Riace, di fare riaprire le case mezze diroccate del borgo antico e renderle vivibili. Come altrettanto vivibile è l’intero centro storico, con botteghe artigianali e attività varie, come la raccolta porta a porta dei rifiuti differenziati, mediante l’utilizzo di due asinelli. E tutto questo significa lavoro e occupazione. Basta contare le associazioni e le cooperative che gestiscono i diversi servizi attivati in questi anni. Ma qualcuno ha deciso che queste cose non s’hanno più da fare o si devono fare secondo vecchie logiche. Proprio quelle logiche che Domenico Lucano ha sempre combattuto a viso aperto, senza paura di sorta.
Ecco che ritornano gli spettri di qualche anno fa, quando, sempre persone ignote, hanno sparato diversi colpi di pistola alla porta della taverna Donna Rosa, gestita dall’associazione Città Futura don Pino Puglisi, madre di tutte le associazioni nate successivamente nel paese per gestire i progetti di accoglienza. Forse è la stessa strategia usata da chi ha avvelenato, sempre anni addietro i cani del figlio di Lucano. Lucano è andato avanti lo stesso. Due anni fa è stato rieletto sindaco per la terza volta. A maggio scorso Lucano ha deciso di dare uno scossone al suo esecutivo comunale, lasciando fuori dalla giunta il vicesindaco e un assessore. Negli ultimi tempi qualcuno ha fatto circolare dei video anonimi infamanti contro lo stesso Lucano che, scocciato e non temendo alcunché, ha convocato un’assemblea pubblica per il 30 dicembre per comunicare al consiglio comunale di Riace e alla gente le sue intenzioni di dimettersi se solo qualcuno dovesse sollevare dubbi sulla sua correttezza e trasparenza nell’amministrazione del paese. Da lì sono giunte centinaia di adesioni all’assemblea prevista, tant’è che si era deciso di spostare l’iniziativa nei locali della mediateca, avendo l’aula consiliare spazi più ridotti. E allora qualcuno, i soliti ignoti probabilmente, ha deciso di metterla a soqquadro e renderla inservibile per quella data. “Non mi vogliono fare parlare” ha commentato solamente Domenico Lucano, ancora più rammaricato per quando sta avvenendo a Riace ultimamente, ma forte ad affrontare le schegge velenose lanciate contro di lui da questi “mafiosi moderni”.

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