Riflessione da Caulonia: sesso e umanità ai tempi di internet

Riflessione da Caulonia: sesso e umanità ai tempi di internet

Rimini: una ragazza di 17 anni è stata filmata dalle amiche mentre, quasi in stato di incoscienza, veniva violentata nel bagno di una discoteca.
Le giovani sarebbero potute intervenire, avrebbero potuto chiedere aiuto; invece hanno preferito immortalare “l’evento” in un video divulgato, poche ore dopo, tramite Whatsapp.
Mugnano (provincia di Napoli): Tiziana Cantone è morta suicida.
L’ex ragazzo aveva diffuso su internet i filmati dei loro rapporti sessuali, e lei non ha sopportato il peso delle umilianti e ripetute offese ricevute da migliaia di utenti senza volto.prof-cellulare
L’uso distorto e malsano della rete è indiscutibilmente uno dei principali mali dell’era moderna, al punto da rendersi necessaria l’introduzione di nuove espressioni linguistiche volte ad identificarne le caratteristiche (si pensi al termine “cyberbullismo”).
Sembra esserci un filo conduttore tra sesso, violenza (fisica o verbale che sia) e web.
È doveroso ed interessante analizzare tale fenomeno.
Quella attuale è una società in cui l’individuo comunica, interagisce dunque esiste, attraverso i social network, necessitando costantemente del consenso virtuale per sentirsi appagato: l’autostima cresce con l’aumentare dei like su Facebook o dei follower su Instagram.
Così, persino le nostre azioni quotidiane, da quelle più semplici ed innocue fino a quelle più eccentriche ed estreme, sembrano acquistare senso solo se condivise con il popolo virtuale.
All’interno di questo meccanismo, anche atti vili e beceri quali per esempio la violenza sessuale o il bullismo, vengono divulgati in rete senza alcuna esitazione. Per divertimento, per scherzo, per vendetta, per noia.
In un mondo in cui la realtà virtuale trionfa su quella autentica, si perde il senso del limite, della logica, del pudore.
Viene meno, soprattutto, la capacità di comprendere le conseguenze delle proprie azioni: è una sorta di gioco senza esclusione di colpi, in cui tutto è lecito e consentito, finanche calpestare la dignità altrui.
Ragione e coscienza vengono offuscate, nulla può scalfirci finché abbiamo lo schermo di un computer dietro il quale nasconderci: emerge quindi il nostro lato peggiore e ci sentiamo liberi di offendere, di schernire, di denigrare.
Sul web tutti possono dire ed esibire tutto.
Sesso, violenza e volgarità diventano dimostrazioni di vigliacco machismo, vili tentativi di esaltare in formato digitale un ego in verità insicuro e privo di equilibrio.
Poco importa se Tiziana Cantone, per sfuggire alla gogna mediatica in cui era finita, ha cercato di cambiare identità, ha lottato, fino a quando all’odio e all’ignoranza ha preferito la morte.
Al popolo del web questo non interessa: ciò che conta è avere un capro espiatorio contro cui riversare il proprio veleno, la propria ingiustificata cattiveria. Tanto meglio se si tratta di un bersaglio facile, fragile, inoffensivo.
Come contrastare tutto questo? Come restituire all’uomo un po’ di umanità?
Difficile trovare una soluzione univoca e definitiva.
Alcuni tentativi, soprattutto sul piano legislativo, si stanno attuando; ma molto si deve ancora fare.
È fondamentale che il processo educativo inizi nelle famiglie trasferendosi, subito dopo, nelle scuole, quale primo luogo di aggregazione dell’individuo.
Educazione e formazione devono tenere conto delle novità tecnologiche e del loro fortissimo impatto sociale: se proprio non si riesce ad evitare che un bambino inizi a prendere confidenza con smartphone e tablet poco dopo aver iniziato a parlare, quantomeno si deve fare in modo che conosca bene i pro e i contro di tali strumenti, per poterli utilizzare in maniera consapevole e costruttiva.bambini-con-iphone2
Sarebbero altresì opportune, contestualmente, regole più rigide e certe, al fine di garantire un maggior controllo sull’immenso mondo dei social e del web.
Percorso non semplice, ma necessario.
Il problema è serio e come tale va affrontato.
Sono in gioco la nostra dignità, la nostra privacy, la nostra libertà.
È in gioco, soprattutto, la nostra umanità.

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