Cari giovani iscritti del PD, dichiaratevi pubblicamente o siete complici anche voi
Carissimi GIOVANI ISCRITTI DELLA LOCRIDE AL PARTITO DEMOCRATICO,
ho letto con molta attenzione la vostra lettera, da noi pubblicata QUI: vi ho scorto una passione politica e una tensione militante che, da immarcescibile innamorato della democrazia partecipativa, non posso che apprezzare ed esaltare.
Vi esorto, quindi, a proseguire il vostro impegno, con coraggio e con dedizione, anche al netto di alcuni fondamentali punti di dissenso relativi alla valutazione del PD attuale e del leader Matteo Renzi (io non penso affatto che sia in corso una grande stagione riformatrice in Italia, nè che il nostro paese sia protagonista di un effettivo cambiamento sociale e/o economico).
Sulla situazione del PD nazionale e locale, evito consapevolmente di infierire: leaderismo sfrenato, opportunismo rampante in ogni stanza del potere, organizzazione di base minimale per non dire quasi inesistente, svilimento crescente della militanza, accoglienza per pezzi di ceto politico che nulla hanno a che fare con la bella politica, ecc . E a pagare le conseguenze sono soprattutto i tanti militanti onesti e in buona fede che pure ancora riempiono le sempre più vuote sedi PD.
Mi preme interloquire con voi su un’altra questione decisiva. Nella vostra missiva, con evidenza, si impone un limite strutturale che va ad inficiare gran parte della bontà delle vostre riflessioni: non si può produrre una legittima dialettica interna – o, se preferite, una battaglia democratica per il rilancio del proprio movimento politico – senza dichiarare apertamente e pubblicamente la propria identità.
Fate bene, lo dico a ragion veduta, a tirarvi fuori da qualsivoglia posizionamento interno agli equilibri politici del PD locale: schierarsi pregiudizialmente e ossequiosamente con un potente o una corrente di turno, fenomeno assai diffuso dalle nostre parti, significa soltanto voler accedere per cooptazione ad una qualche gratificazione strettamente personale. Tuttavìa, la vostra legittima richiesta di un PD organizzato e capace di dare il giusto riconoscimento alla sua militanza di base (a partire da un tesseramento che in provincia di Reggio Calabria è fermo addirittura al 2014) non può prescindere dalla piena pubblicità: su chi siete, su quale circolo territoriale rappresentate, su quali prospettive suggerite per il rilancio del vostro partito.
La contendibilità democratica di un partito, anche e soltanto a livello di spazio di discussione e confronto, non può accettare le logiche oligarchiche dall’alto (i potenti che gestiscono un’organizzazione politica in funzione delle proprie prerogative) e nemmeno le dinamiche pilatesche e opportuniste dal basso (singoli militanti che denunciano le inadempienze del proprio partito solo su base anonima). Agire nell’ombra, timorosi anche di esprimere la propria doverosa posizione di iscritti e militanti, significa essere in qualche modo complici di chi intende trasformare il PD in una propria dipendenza.
Per quanto ci riguarda, anche come ciavula.it, vi attendiamo su questo fronte: quello di una politica che smette definitivamente i panni del vecchio e usurato tatticismo (pensato in funzione del mantenimento di una qualche porzione di potere) e indossa gli abiti della democrazia che non si declama ma si fa concretamente (senza pubblicità e senza assunzione di responsabilità, anche a costo di qualche inevitabile prezzo, la democrazia semplicemente non è).